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Chi è Raffaele Fitto, vicepresidente e commissario Ue all’economia “in pectore”

Raffaele Fitto, già “enfant prodige” del centrodestra ai tempi di Berlusconi e Tatarella, sarà molto probabilmente il nuovo commissario Ue all’economia. Ma chi è Fitto e quale è stata la sua carriera politica? Dal debutto, giovanissimo, come presidente della Regione Puglia all’attuale carica di ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR nell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, scopriamo la storia di uno dei rari esempi di “costruttori” nell’area politica della destra italiana.

Biografia

Raffaele Fitto è nato il 28 agosto 1969 a Maglie, in provincia di Lecce, Puglia. Cresciuto in una famiglia con una forte tradizione politica, suo padre, Salvatore Fitto, è stato un esponente di spicco della Democrazia Cristiana e ha ricoperto il ruolo di presidente della Regione Puglia negli anni ’80. Questo background familiare ha influenzato profondamente la sua carriera, spingendolo a entrare nel mondo della politica già in giovane età.

Dopo essersi laureato in Giurisprudenza, Fitto ha iniziato la sua carriera politica come consigliere regionale in Puglia nel 1990. Da lì, ha scalato rapidamente le gerarchie politiche, diventando uno dei più giovani presidenti di Regione in Italia. La sua carriera è stata segnata da un forte impegno nel promuovere lo sviluppo del Mezzogiorno e nel rafforzare le autonomie locali.

Fitto è sposato e padre di tre figli. Oltre alla politica, è noto per il suo interesse per la cultura e la storia del Sud Italia, che lo ha portato a sostenere diverse iniziative culturali nella sua regione. Negli anni, ha mantenuto una presenza attiva nel dibattito pubblico italiano, posizionandosi come una voce influente del centrodestra.

raffaele fitto

Carriera politica di Raffaele Fitto

Raffaele Fitto ha iniziato la sua carriera politica in Puglia in giovane età, subito dopo la morte del padre che perse la vita nel 1998, in un incidente stradale, mentre era presidente in carica della Regione. Raffaele diventa consigliere regionale della Democrazia Cristiana nel 1990, a 21 anni. Con la fine della Dc e la nascita del Partito Popolare Italiano, guidato da Mino Martinazzoli, prima aderisce a quest’ultimo poi nel 1994 passa nel CDU con Rocco Buttiglione, la minoranza dei Popolari favorevole all’alleanza con Forza Italia. Alle successive regionali si candida con il CDU, viene riconfermato consigliere e nominato vicepresidente della Regione. Nel 1998, in polemica con il tentativo del CDU di avviare un progetto neo-centrista, lascia il partito e insieme ad altri esponenti fonda i Cristiani Democratici per la Libertà con lo scopo di proseguire l’alleanza con la coalizione di centro-destra del Polo per le Libertà. Nel giugno 1999 è eletto parlamentare europeo nella circoscrizione Sud con Forza Italia. Rimane in carica sino alle dimissioni del giugno 2000.

Nello stesso anno viene eletto presidente della Regione Puglia. Durante il suo mandato, si è distinto per la sua capacità di gestione amministrativa e per le sue politiche orientate allo sviluppo regionale. Ricandidatosi alle elezioni regionali pugliesi del 2005, è sconfitto dal candidato di centro-sinistra Nichi Vendola (Partito della Rifondazione Comunista) per 14 000 voti, pari allo 0,6% dei consensi. Coordinatore regionale di Forza Italia fino al 2009, Fitto è stato per un anno a capo dell’opposizione di centro-destra in Consiglio regionale, prima di dimettersi, optando per il seggio di parlamentare. Dopo la sua esperienza come governatore, Fitto ha intrapreso una carriera parlamentare a livello nazionale, venendo eletto deputato per la prima volta nel 2001. Ha mantenuto il suo seggio in diverse legislature, sia alla Camera dei Deputati che al Parlamento Europeo, dove ha svolto un ruolo attivo, soprattutto in ambito economico e istituzionale. È stato anche ministro per gli Affari regionali e le Autonomie nel governo Berlusconi IV (2008-2011), dove ha lavorato su temi di decentramento amministrativo e sviluppo regionale.

Altro passo fondamentale nella sua parabola politica è stata la rottura con Forza Italia nel 2015, in aperto dissenso con Silvio Berlusconi dopo il “patto del Nazzareno” con Renzi. Fitto dà vita prima alla corrente dei “Costruttori” quindi ai gruppi parlamentari dei “Conservatori Riformisti”, con la contestuale adesione, in sede europea, al Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei (formazione di cui fanno parte i conservatori britannici), di cui è nominato Vicepresidente. Il 28 gennaio 2017 Conservatori e Riformisti si federa con altre organizzazioni locali assumendo la nuova denominazione Direzione Italia, che alla Camera è nel Gruppo misto, mentre al Senato è in GAL.

Il 19 dicembre dello stesso anno, insieme a Maurizio Lupi ed Enrico Costa (ex Alternativa Popolare), Saverio Romano (Cantiere Popolare), Enrico Zanetti (Scelta Civica) e Flavio Tosi (Fare!), Fitto dà vita a Noi con l’Italia e ne diventa il presidente.In vista delle elezioni politiche del 2018, grazie a un patto con l’Unione di Centro di Lorenzo Cesa, costituisce la cosiddetta “quarta gamba” della coalizione di centro-destra, ma ottiene un pessimo risultato. Di qui la scelta di  federarsi con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni in vista delle elezioni europee del 2019, con l’obiettivo di dare vita a un nuovo partito conservatore e sovranista. Il resto è storia recente: la nuova a candidatura alle regionali in Puglia in contrapposizione a Michele Emiliano, finite in una cocente sconfitta, l’elezione a deputato nelle fila di Fratelli d’Italia a settembre 2022 e quindi (22 ottobre 2022) la nomina a ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR del Governo Meloni.

Che ruolo avrà in Ue

Fitto diventerà vicepresidente esecutivo della Commissione e sarà responsabile dell’economia e degli aiuti alla ricostruzione del Covid”. Lo scrive il quotidiano tedesco die Welt, segnalando che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen avrà cinque vicepresidenti esecutivi. Oltre a Fitto e all’Alto rappresentante Ue per la politica estera – carica per la quale è stata indicata l’ex premier estone Kaja Kallas – secondo la Welt von der Leyen vorrebbe tra i vicepresidenti esecutivi il conservatore lettone Valdis Dombrovskis, a cui andrebbero le deleghe per l’allargamento e la ricostruzione dell’Ucraina.

In base alle notizie raccolte dal quotidiano tedesco, gli altri vicepresidenti esecutivi potrebbero essere la socialista spagnola Teresa Ribera Rodriguez con la delega per la transizione e il liberale francese Thierry Breton (industria e autonomia strategica). L’olandese Wopke Hoekstra si dovrebbe occupare delle relazioni commerciali mentre il nuovo commissario europeo per l’energia, sempre secondo le indiscrezioni raccolte da Die Welt, dovrebbe essere l’attuale ministro dell’industria ceco Josef Sikela. Lo slovacco Maros Sefkovic dovrebbe occuparsi della riduzione della burocrazia e delle questioni inter-istituzionali, mentre il polacco Piotr Serafin sarà responsabile del bilancio, guidando quindi i negoziati sul nuovo bilancio settennale dell’Ue.