Il direttore del giornale «Repubblica» Maurizio Molinari a Milano, all’Università Bocconi, ha presentato il restyling di Affari&Finanza con il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni e col governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Dal dibattito in questione è emerso un cauto ottimismo: ambedue hanno sottolineato però che il Pnrr rimane una priorità.

Pnrr, Gentiloni: “Viene prima del Ponte sullo stretto e della flat tax”
«Abbiamo avuto due crisi di dimensioni enormi una di seguito all’altra, ci sono stati due cigni neri, non era scontato uscirne, e ne siamo usciti abbastanza rapidamente. L’Italia è tornata ai livelli di crescita pre-pandemia già da maggio, prima del previsto. Tuttavia dopo l’invasione russa si è innescata anche la spirale dei prezzi dell’energia ed è stata l’origine principale dell’inflazione in Europa. Anche in questo caso la risposta unitaria credo sia stata molto importante, a partire dal piano geopolitico. L’Europa oltre che con pacchetti di sanzioni è intervenuta fornendo sostegno all’Ucraina. Sul piano economico abbiamo fatto un mezzo miracolo, smentendo le previsioni quasi catastrofiche che noi stessi facevamo la scorsa estate: blackout, recessione, ondate di chiusure e disoccupazione. Siamo ancora in un contesto difficile, la sfida è complicata e inedita per le generazioni attuali. Ma la dipendenza dai combustibili russi è scesa dal 45 al 7% in otto mesi: lo dobbiamo rivendicare», ha spiegato Gentiloni, riferendosi alla pandemia e alla guerra in Ucraina.

Il commissario Ue ha evidenziato l’importanza del Pnrr per la ripartenza dell’Italia
Il commissario Ue ha poi rimarcato l’importanza del Pnrr per la ripartenza del nostro Paese: «Nel 2022 l’Italia è cresciuta più della media europea, più degli Stati Uniti e della Cina: mai avrei pensato che potesse succedere. Ora siamo di fronte a un 2023 pieno di incertezze. L’Italia viene da 20-30 anni di livelli più bassi di quelli della Germania: come riusciamo a promuovere investimenti e a frenare l’inflazione? Queste due cose si tengono insieme mirando di più la spesa pubblica e usando il Pnrr. In Italia si presta attenzione al Ponte sullo Stretto e alla flat tax ma c’è un problema di estrema attualità che è il Pnrr, al quale non si presta abbastanza attenzione. L’altra sfida è quale ruolo vuole svolgere l’Italia sulla transizione ambientale. La seconda manifattura europea non può essere relegata ad una politica che strascina i piedi o che sogna di tornare ad altre epoche. La transizione c’è e non si può essere l’ultimo vagone del treno che cerca di trattenere gli altri, perché così non si va da nessuna parte».

Le parole del governatore di Bankitalia Visco sul Pnrr
A proposito del Pnrr il governatore della Banca Italia Visco ha aggiunto: «Gli interventi post crisi energetica sono stati ad ampio raggio. La domanda è quanto siano stati mirati ed efficaci. L’efficacia c’è già stata, questo è evidente sul piano della distribuzione del reddito. Il punto cruciale al quale bisogna fare attenzione è che noi abbiamo avuto due anni di disavanzo rilevante e tutte le regole sono state sospese, ma non possiamo perdere di vista i vincoli di bilancio. Tenendo conto che il piano di ripresa ha due grandi obiettivi: l’innovazione, soprattutto dal punto di vista digitale e climatico, e colmare una serie di discrepanze tra generi, regioni, generazioni».

Le considerazioni sui ritardi del Pnrr
Crescono i timori a livello locale, da parte delle municipalità, per la carenza di risorse sui progetti del Pnrr. Alla domanda del direttore di «Repubblica» Molinari “Quanto è reale la preoccupazione di un ritardo dell’Italia?”, Visco ha replicato: «È una domanda da rivolgere direttamente al governo. La mia valutazione è che quello che è stato fatto fino ad ora, con tutte le difficoltà, con tutte le necessità di approfondire, forse anche ritardi, è andato nella direzione corretta. È un combinato disposto di tre elementi: riforme, interventi a livello nazionale e interventi distribuiti sul territorio. Sulle riforme ci sono difficoltà, discussioni ma più o meno si procede. La questione e la difficoltà che noi conosciamo sulla capacità di programmazione, di capacità di gestione di fondi a livello locale è rilevante, non è omogenea sul territorio. Il Pnrr prevede, nel momento in cui si vede una difficoltà a livello locale, l’intervento a livello centrale per sostenerla, per eventualmente anche sostituirsi. Questa è un’attività di governo, che l’esecutivo dovrà essere in grado di esercitare».

Pnrr, Gentiloni: «È una corsa contro il tempo»
Gentiloni si è sentito di aggiungere: «È una corsa contro il tempo, lo sapevamo. Non credo che l’Italia abbia deciso di assumere questa prospettiva senza conoscere le difficoltà che abbiamo dal punto di vista dell’assorbimento delle risorse. Sono d’accordo con Ignazio Visco che fin qui va tutto bene. A che punto siamo? La Commissione sta esaminando la terza richiesta di erogazione, di fine dicembre. Avremmo dovuto concludere l’esame a fine febbraio, abbiamo concordato con il governo di prenderci qualche settimana in più. Poi quest’anno abbiamo altre due richieste di erogazioni, messe insieme fanno 34 miliardi, quasi una finanziaria».
E ancora: «Da parte della Commissione non c’è alcuna particolare ossessiva rigidità. La Commissione europea ha già rivisto i pian di tre Paesi: Germania, Finlandia e Lussemburgo che si sono portati avanti e hanno presentato nelle scorse settimane aggiustamenti ai loro piani. Si negozia e si fa la correzione che bisogna fare. A Bruxelles c’è una disponibilità totale. Ci sono delle risorse ingenti ma la parte più delicata è adesso: le riforme e gli investimenti legati a queste grandi risorse, come metterle a terra».





