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Che cos’è il MES e le tensioni politiche in Italia

Il meccanismo europeo di stabilità (MES) fa parte della strategia dell’UE volta a salvaguardare la stabilità finanziaria nell’area dell’euro. Come il suo predecessore, il Fondo europeo temporaneo di stabilità finanziaria (EFSF), il MES è stato pensato e predisposto per fornire assistenza finanziaria ai paesi dell’area dell’euro che si trovano o sono minacciati da difficoltà finanziarie.

La genesi del MES, il contesto

Come è nato il MES e come è stato modificato alla luce della pandemia Covid-19 in Europa. Il MES conta su diversi strumenti. Può concedere un prestito nell’ambito di un programma di aggiustamento macroeconomico, come quello già utilizzato da Cipro e Grecia; Irlanda, Grecia e Portogallo hanno invece utilizzato programmi simili erogati dall’EFSF. L’unico altro strumento utilizzato è stato un prestito ESM per ricapitalizzare le banche fornito alla Spagna. Consulta il toolkit ESM completo di seguito.

Oltre a questi strumenti, il MES ha creato Supporto in caso di crisi pandemica, una linea di credito a disposizione dei membri del MES per sostenere il finanziamento interno dei costi relativi all’assistenza sanitaria, alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi COVID-19. Questa linea di credito è stata disponibile fino alla fine del 2022.

Sulla base della relazione dell’Eurogruppo del 9 aprile 2020, la Commissione ha preparato un progetto di modello di piano di risposta che risponde agli articoli 13, paragrafo 3 e 14, paragrafo 2, del trattato MES. Include i termini standardizzati che sarebbero applicabili a tutti gli Stati membri della zona euro che accedono al sostegno a seguito della crisi pandemica. Il modello è personalizzato per ciascuno Stato membro beneficiario, quando richiederà l’accesso al sostegno per la crisi pandemica. La personalizzazione riguarderebbe solo indicazioni concrete dei costi sostenuti dallo Stato membro a seguito della crisi COVID-19.

I prestiti “condizionati” alle riforme

Ma il ruolo più importante del MES è quello di rifinanziamento del debito sovrano, per scongiurare il rischio default dei paesi menbri UE. Lo scopo principale dei prestiti ESM è fornire finanziamenti a un membro ESM che ha perso l’accesso al mercato, ovvero non può rifinanziare il proprio debito emettendo obbligazioni sul mercato a causa degli interessi eccessivamente elevati che dovrebbe pagare.

I finanziamenti sono erogati in una o più tranche, ciascuna delle quali può consistere in una o più erogazioni. Il consiglio di amministrazione del MES approva il contratto di prestito – il Financial Assistance Facility Agreement (FFA) – tra il MES e il Paese e decide l’erogazione della prima tranche e delle successive erogazioni, su proposta dell’amministratore delegato. Il consiglio di amministrazione avrà tenuto conto della relazione della Commissione europea sul monitoraggio e il rispetto da parte del membro ESM beneficiario delle riforme concordate.

Le tensioni politiche sulla ratifica MES in Italia

E’ attualità di questi giorni, ma lo è stata anche in passato durante i governi Conte: il MES provoca tensioni tra le forze politiche italiane, divise da una parte tra chi lo considera un’opportunità da cogliere per investire nell’innovazione e nella messa in sicurezza del paese e tra chi – dall’altra – lo considera come l’ennesimo cappio della UE stretto attorno alla sovranità italiana.

Lo stallo sulla ratifica del MES è difficile da spiegare, nota l’Adnkronos in suo approfondimento. “Non solo per i parlamentari coinvolti, i cronisti e gli addetti ai lavori, ma anche, e soprattutto, per i mercati”, si legge nel testo firmato da Fabio Insenga. “Da un punto di vista tecnico (due giorni fa, ndr) è successo qualcosa che raramente si vede in Parlamento. La commissione Esteri della Camera ha approvato il testo base del disegno di legge di ratifica del Mes. Ma, in assenza dei deputati della maggioranza che hanno scelto di non presentarsi, il testo approvato è quello del principale partito di opposizione, il Pd, grazie anche ai voti di Iv-Azione, Avs, e Più Europa e con l’astensione del M5s”.

Ora la misura sarà sottoposta all’esame e alle opinioni delle altre commissioni prima di arrivare in Aula il 30 giugno. Tuttavia, è probabile che, a questo punto, la maggioranza richieda un rinvio alla Conferenza dei capigruppo, mirando a superare l’estate. Una strategia di rallentamento insomma, chiaramente identificata come l’unica soluzione praticabile dopo il parere del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che, sostenendo la ratifica del Mes, ha eliminato ogni argomento tecnico di discussione. Una spaccatura, roboante seppur silenziosa (o meglio, che si vuol far passare sotto silenzio), nella maggioranza che sostiene il governo Meloni.

Inoltre, le motivazioni espresse dal Tesoro, ovvero gli effetti neutri sul bilancio pubblico e persino gli effetti positivi sulla collocazione dei titoli di Stato, sono le stesse che sono state indicate dalla Banca d’Italia. Ieri, sia il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, si sono recati a Palazzo Chigi, ufficialmente per discutere della questione relativa all’Ilva, ma è difficile ipotizzare che non abbiano affrontato il tema con la Premier Giorgia Meloni. È probabile che abbiano ribadito l’indispensabilità della ratifica.

Tuttavia, l’attuale stallo rischia di peggiorare la posizione dell’Italia, l’unico paese rimasto a dover ancora ratificare la riforma del MES. Ciò è particolarmente preoccupante perché si tratta di uno strumento – come detto all’inizio di questo approfondimento – che serve in caso di crisi bancarie, e sia le istituzioni europee sia la Banca Centrale Europea (BCE) hanno già sollecitato l’Italia più volte ad adottare i provvedimenti necessari per rispettare gli impegni presi. Come ha sottolineato il Vicepremier Matteo Salvini, la decisione finale deve essere di natura politica. Tuttavia, essa non può ignorare il costo che potremmo pagare in termini di credibilità sui mercati internazionali. Il Tesoro deve piazzare titoli di Stato e le condizioni di piazzamento potrebbero peggiorare proprio a causa della mancata ratifica del MES.