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Caso Anastasio, le opposizioni all’attacco

“Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, ed al cospetto di tutto il governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho alimentato nel mio ruolo”.

Questo il testo della mail che Claudio Anastasio ha inviato al cda di 3-I, come rivelato dall’articolo di «Repubblica», in seguito al quale è esplosa una bufera politica che ha portato alle dimissioni del manager da presidente della società dedicata allo sviluppo di software a supporto della trasformazione digitale della Pubblica amministrazione. Un brano che richiama (quasi fedelmente) quello dell’orazione tenuta da Benito Mussolini alla Camera il 3 gennaio 1925, in cui il capo del fascismo rivendicava la responsabilità politica del delitto Matteotti. Immediata e inevitabile la reazione dell’opposizione.

Caso Anastasio, le opposizioni all’attacco

Tra i primi a commentare il caso Anastasio il deputato del Pd, Claudio Mancini: “L’uso della rivendicazione dell’omicidio Matteotti è vomitevole. Il governo spieghi in Parlamento perché è stato nominato e quali interessi muovono una lettera di minacce così esplicita ai componenti del Cda”. Duro l’affondo su Twitter del senatore del Pd Antonio Misiani: “Questo signore dovrebbe vergognarsi. Le dimissioni erano un atto dovuto, dopo quello che era accaduto. Meglio aver chiuso subito questa vicenda. Per lo meno si è risparmiata agli italiani una giornata di inutili e imbarazzanti tira e molla”. Simona Malpezzi, capogruppo dem al Senato, ha definito vergognoso l’episodio e ha tuonato: “Questa è la cifra della classe dirigente scelta dalla destra”.

Imbarazzo per Meloni: il manager da lei scelto copia il Duce

“La questione che si pone, e che non è eludibile, è se si intenda procedere all’occupazione di tutte le caselle di potere disponibili con leggerezza ed eccessi di disinvoltura, collocando in posizioni delicate personaggi improbabili e non all’altezza. Dobbiamo augurarci che la premier e i suoi più stretti collaboratori abbiano coscienza dell’impercorribilità di questa via. Più di un elemento induce al pessimismo. La nostra vigilanza sarà massima”, l’osservazione del senatore del Pd, Dario Parrini. Su Facebook è intervenuta anche la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno: “Questo non è un governo, è un’apologia del fascismo quotidiana”. Per il deputato del Partito democratico, Roberto Morassut, vicepresidente della Fondazione Matteotti, Anastasio “è soltanto un poveraccio esaltato che probabilmente non si rende conto di quello che ha fatto e scritto. Si sta parlando del delitto di Stato più atroce della storia d’Italia. Dovrebbe essere duramente smentito dalla stessa presidente del Consiglio”.

Caso Anastasio: critiche da ogni parte

Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana, ha picchiato duro: “Un manager? No, un aspirante gerarca che rozzamente cerca di imitare Benito Mussolini copiando un suo macabro discorso dittatoriale e inviandolo via email al Cda di un società pubblica. Un episodio incredibile ma che è accaduto davvero nel 2023, in Italia con l’amministratore delegato della 3-I nominato da questo governo”, ha commentato Fratoianni. Anche lui aveva chiesto le dimissioni di Anastasio: “Meloni lo nomini guardia d’onore del Duce e lo mandi a Predappio davanti alla Cripta così lui sarà contento e il nostro Paese non dovrà continuare a pagare con i soldi dei contribuenti un simile personaggio”. 

“Ci rendiamo conto del livello di classe dirigente che questo governo offre al paese?”, il commento mordace del segretario di Più EuropaRiccardo Magi“Uno normale. Vi prego, uno normale. Assumete un head hunter. Mettete un’inserzione sul giornale. Chiedete agli amici e ai parenti”, è il tweet Carlo Calenda, leader di Azione. Le dimissioni di Claudio Anastasio, ha commentato la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del M5s a Palazzo Madama, “erano più che doverose dopo l’ignobile mail. Purtroppo siamo di fronte all’ennesima pezza messa sugli enormi buchi fatti dal governo Meloni. Le nomine ai vertici delle società partecipate sono un aspetto importante della vita pubblica italiana. Quali sono i riferimenti culturali dei dirigenti che il governo sta piazzando in organismi chiave del Paese? A quale modello sociale e istituzionale guardano? Sarebbe un errore derubricare questa vicenda ad episodio singolo, purtroppo è una matrice che si replica”.