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Calenda: “Destra in crisi, sul fisco copiano Draghi”

«Sull’Ucraina, una questione cruciale, non stanno più in piedi». Per Carlo Calenda l’assenza dei leghisti dai banchi del governo segna l’inizio della crisi: «Ho ascoltato l’intervento del capogruppo leghista Romeo al Senato ed era perfettamente sovrapponibile a quello dei Cinquestelle», ha sottolineato in un’intervista concessa a «la Repubblica» il leader di Azione, alludendo al populismo dilagante tra le file di Salvini e Conte. Calenda ha voluto rimarcare che non prevede un’implosione, ma che è evidente che ci sia una crisi a livello di contenuti, temi e proposte.

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Calenda: “Destra in crisi, sul fisco copiano Draghi”

Calenda, rispondendo a Concetto Vecchio su «la Repubblica», ha detto di aver trovato Meloni in aula molto tesa: «Era nervosa. Noto un affanno gigantesco nell’attività di governo. Non ha un’agenda. Rincorre. Dovrebbe andare all’attacco, invece gioca in difesa. È partita con un indice di gradimento tra i più bassi e sappiamo tutti che strada facendo si cala. Nella maggioranza è un continuo distinguersi. Da un lato gli alleati soffrono l’egemonia di Fratelli d’Italia, dall’altro fiutano la debolezza della premier».

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Per Calenda la flat tax è insostenibile

Sull’Ucraina il terzo polo ha votato con la maggioranza. A proposito della riforma fiscale, Calenda ha detto che il suo partito darà una mano «solo se toglie ogni riferimento alla flat tax. Per il resto è una riforma copiata pari pari da quella di Draghi». Sulla guerra tra Mosca e Kiev l’opposizione ha presentato quattro risoluzioni diverse: «Si è creata una strana convergenza: FdI, Pd, Terzo Polo, contro M5s e Lega. Dopodiché io l’ho detto in tutte le lingue che con i Cinquestelle non ho niente in comune», ha ammesso il leader di Azione. Questi ha poi ribadito che ciò che gli sta a cuore è potenziare la Sanità: «C’è un tesoretto di dieci miliardi, spendiamolo lì. Ci sono quattro milioni di persone che non si curano più. La lotta alle liste d’attesa non è interesse di tutti?».

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La nascita del partito unico con Matteo Renzi

L’ultima parte dell’intervista si è concentrata sulla ventata di novità in casa Pd: Elly Schlein. A detta dell’ex ministro l’atteggiamento della nuova segretaria del Pd è troppo prudente. «Non ho capito come la pensi sulla gestazione per altri, sull’immigrazione, sui rigassificatori, sul termovalorizzatore», ha evidenziato Calenda. A proposito dei rapporti con il leader di Italia Viva Matteo Renzi, il senatore ha svelato che va tutto bene: «Abbiamo deciso che faremo il partito unico, da oggi scriveremo il manifesto». Chi si candida a capeggiarlo? Lui, Calenda. L’ex premier pare non abbia voglia di farlo.