“Prima gli italiani” diceva il governo, ma solo quelli giusti. Ilaria Salis non è fra questi. Trentanovenne, docente, antifascista. Trattenuta da un anno in Ungheria, detenuta in condizioni “disumane e degradanti”, denuncia l’associazione Giudici Democratici, poiché sospettata di aver preso parte all’aggressione di due neonazisti. L’arresto in taxi mentre viaggiava con due cittadini tedeschi. Eloquente il fatto che la donna sia stata identificata, seppur incappucciata, da un video di sorveglianza, mentre alle due vittime non sia stato contestato l’aver preso parte alle celebrazioni del “Giorno dell’onore”, raduno annuale in lode delle Ss naziste. Il tutto nel silenzio assenso delle istituzioni ungheresi.
Un silenzio, comune a quello del Governo italiano, spezzato, dopo un anno, solo nelle ultime settimane grazie all’attenzione riservata dalla stampa. Fra i primi ad occuparsene, Piazza Pulita, in un’intervista a tu per tu con Roberto Salis, padre della detenuta. Emotivamente provato nello sguardo ma fermo, risponde agli interrogativi di Formigli. Il più rilevante: chi è Ilaria? Una terrorista rossa, come vorrebbe marchiarla il governo Ungherese, o un’idealista caduta nell’illusione di poter cambiare il mondo di petto? «È una testa molto dura, io in 39 anni non sono mai riuscito a fargli cambiare idea, è appassionata di attività sociali, ha anche fatto un corso per diventare educatore professionale, perché le interessava fornire supporto a persone che si trovano ai margini della società» dichiara Salis. La descrizione fornita dal padre rende più ragionevole la seconda ipotesi, tratteggia il profilo di una militante di sinistra che potrebbe aver pensato, male e secondo logiche fin troppo sempliciste, di ristabilire un po’ di giustizia sociale dando due botte a coloro che più di tutti incarnano intolleranza e disprezzo dei più deboli.
Identikit confermato anche da professori ed ex-compagni del liceo classico Zucchi di Monza, luogo dove Ilaria Salis ha conseguito il diploma a pieni voti. «Una ragazza intelligente, sensibile, timida, molto attenta alle esigenze dei più fragili…anche ammesso, ma è ancora tutto da dimostrare perché lei si dichiara innocente, che abbia aggredito due persone che gridavano Heil Hitler e che abbia provocato loro lesioni che sono guarite in una settimana, non è in alcun modo giustificata una tale tortura» riflette un compagno di classe. Il sindaco di Monza, Paolo Pilotti, allora docente: «Ricordo quasi tutti gli alunni e di lei ho ricordi positivi: siamo nella culla del Diritto, ben venga se il nostro Governo interverrà per verificare le condizioni di detenzione di questa ragazza». A nulla sono valsi, sino ad ora, gli sforzi della famiglia, se non a registrare la negligenza dell’attuale esecutivo, anch’esso di estrema destra. Lettere rivolte alle più alte cariche dello stato cadute nel nulla, alla Presidente del consiglio Giorgia Meloni, ai Ministeri degli Esteri e di Giustizia. Anche i contatti intrattenuti con l’ambasciata, le cui porte risultano ormai consumate dal bussare incessante dei familiari, non hanno portato a risvolti positivi.

Il memoriale di Ilaria Salis
Le rivelazioni offerte ai microfoni di Piazza Pulita sono sconcertanti, nero su bianco, contenute nelle 18 pagine scritte da Ilaria e consegnate al consolato italiano a Budapest il 2 ottobre 2023. Il memoriale descrive condizioni carcerarie palesemente in contrasto con la normativa europea afferente. Chiusa in una cella minuscola e mal ventilata per 23 ore su 24, «per i primi 3 mesi sono stata tormentata dalle punture delle cimici da letto. Oltre alle cimici, nelle celle e nei corridoi è pieno di scarafaggi. Nei corridoi esterni spesso si aggirano topi» si legge nel testo. E ancora: «dopo l’arresto sono stata costretta a rivestirmi con abiti sporchi, malconci e puzzolenti che mi hanno fornito in questura e a indossare un paio di stivali con i tacchi a spillo che non erano della mia taglia». Per i primi sette giorni, aggiunge il padre, le sono stati negati assorbenti, carta igienica e detergenti «quando oltretutto ha avuto il ciclo, dato che la sfiga ci vede benissimo». Anche la privazione alimentare costituisce un sopruso: «A colazione una fetta di salame e a pranzo danno zuppe acquose dove spesso ci sono pezzi di plastica e capelli». Il padre, Roberto Salis, dopo l’incontro avvenuto lo scorso 26 Novembre, dichiara di aver trovato la figlia in stato di denutrizione.

Ilaria Salis perseguitata politica perché antifascista
Alla domanda inerente i contatti avuti con la figlia emerge tutta la tragicità della vicenda: «Non ho potuto parlare con mia figlia per sette mesi». Eppure, come chiarisce Formigli, la donna si trova in custodia cautelare, non vi è ancora stato un processo utile ad accertarne le responsabilità. Ilaria ha rifiutato un patteggiamento di 11 anni in cambio di un’ammissione di colpa, una follia se si pensa che i neonazisti hanno riportato solo lievi contusioni, con prognosi di 5 e 8 giorni. Hanno forse esposto denuncia per l’aggressione subita? No, ma hanno divulgato in rete: nome, cognome, foto e indirizzo di Ilaria e dei genitori, con annessa minaccia di regolare i conti. Il trattamento riservato ad Ilaria lascia presagire che a sostenerli nell’intento vendicativo vi sia anche il governo ungherese, con il primo ministro Victor Orbán a tirare le fila. Non è un mistero che negli ultimi anni l’Unione Europea abbia aperto più di un procedimento d’infrazione verso il paese. Elementi calpestati quali: indipendenza della magistratura, stato di diritto e condizioni carcerarie, hanno reso l’Ungheria non più una democrazia, bensì un’autarchia. Persegue chi arreca lesioni lievi con 24 anni di carcere. Solo se antifascisti, gli altri, l’estrema destra, può mettere a ferro e fuoco la capitale ogni anno e riceverne gli elogi. La vicenda rappresenta un chiaro esempio di persecuzione politica. Se le basi sono queste, come si può pensare che Ilaria Salis riceverà un giusto processo? Ventiquattro anni per cinque e otto giorni di prognosi sarebbero una pena da reputarsi equa?

Ilaria Salis vittima di relazioni internazionali opache
29 Gennaio 2024, l’udienza preliminare. Le catene che trascinano Ilaria Salis davanti alla corte ungherese rivelano al mondo il caso dell’attivista che ha protestato contro il raduno nazista, poi ripreso da tutte le testate internazionali più conosciute. «Immagini che da noi fanno scalpore, ma è una cosa che avviene anche in altri stati occidentali» minimizza Giorgia Meloni sull’orlo della banalizzazione, dopo giorni di silenzio. La quale, però, omette di specificare che il trattamento viene riservato solo a particolari casi di omicidio e condotta carceraria violenta. La posizione della stessa, secondo le acute riflessioni di Roberto Saviano, è quella di pedina in mano agli interessi elettorali dell’alleato Victor Orbán. Le elezioni europee sono vicine e l’autocrate ungherese non se la passa bene. Il paese vessa in grave crisi economica, è sotto procedura d’infrazione dell’Unione Europea. Trenta miliardi di fondi europei bloccati per violazione dello stato di diritto e ingerenze dell’esecutivo -in carica per il terzo mandato consecutivo- sul potere giudiziario. È difficile non pensare che a Orbán faccia comodo disporre di una merce di scambio: Ilaria e il potenziale lesivo sull’opinione pubblica italiana. Il messaggio per Meloni, non a caso presidente dell’ECR (Conservatori e riformisti europei), è chiaro: «non osare abbandonarmi».

Le reazioni del governo italiano
Lo sdegno collettivo risvegliato dalla vicenda deve aver scomodato l’inquilina di Montecitorio e i suoi scagnozzi. Tutti presi da un fuggi fuggi generale sulla falsa riga di Johnny il Bassotto “io non c’ero, non son stato, a quell’ora faccio sempre la pipi”. Il Ministro degli Esteri Tajani cade dalle nuvole, sostiene di aver appreso solo adesso delle condizioni di Ilaria. Una giustificazione inquietante visto il ruolo di garante per gli italiani all’estero. Sta a significare che non si è interessato al caso? Strano, eppure l’ambasciata italiana in Ungheria era presente alle quattro udienze precedenti. Il Ministro dell’agricoltura Lollobrigida si dà una lavata di mani più frettolosa. Congeda i cronisti con la scusante più vecchia del mondo “io non ho visto niente”. Doveva proprio trovarsi a lavorare in mezzo alle campagne per non aver buttato un occhio alle immagini che hanno fatto il giro del globo. Per non farsi mancare nulla, il più frescone della compagine, Matteo Salvini. Nelle proprie vesti di sottosegretario alla presidenza del consiglio, al posto di occuparsi di una concittadina da lui rappresentata, pensa bene di infierire sulla vicenda divulgando fake-news e diffamazioni. Rispolvera il caso del 2017 inerente al danneggiamento del gazebo della Lega, avvenimento per cui Ilaria è stata completamente assolta grazie alle immagini di sorveglianza. Anzi, si legge sulla sentenza commentata da La Presse, che la donna tentò di far desistere i colpevoli. Per poi concludere guardando dritto in camera: “è idonea, una accusata di lesioni, per fare la maestra?” domanda. Risponde bene Elly Schlein: “è idoneo, chi è accusato di sequestro di persona, per fare il ministro?” Unanime nel governo la formula pavida del “faremo quel che possiamo ma occorre rispettare il corso del processo e l’indipendenza della magistratura ungherese”, o, fra le righe, il volere di Victor Orbán. Come fossero gli ultimi arrivati, ignari delle derive totalitarie cui è sottoposta la magistratura ungherese.
Nonostante la consueta cialtroneria, cui l’esecutivo in carica ci ha ormai assuefatti, faccia sempre più rumore di chi a testa china si occupa delle sorti di una concittadina, il fronte istituzionale e civico in tensione per la sua liberazione si allarga di giorno in giorno. Per rimanere aggiornati e sostenere la causa è possibile visitare il sito: www.comitatoilariasalis.it




