L’allerta cresce: il virus West Nile non è più una minaccia solo del Nord Italia. Dopo aver colpito a lungo regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, oggi il contagio si sta estendendo anche in Sicilia, Sardegna, Toscana, Campania e persino nel Lazio. Un’espansione che segue il ritmo delle zanzare del genere Culex, vettori silenziosi ma efficaci del virus.
A incidere è anche il cambiamento climatico: temperature più alte significano zanzare più longeve, attive prima e per periodi più lunghi. Il monitoraggio italiano lo dimostra: la stagione di sorveglianza comincia sempre prima e i primi casi tra gli insetti compaiono già a metà giugno.
Come si riconosce la zanzara Culex?
Difficile, quasi impossibile, per un occhio non esperto. La Culex, responsabile della trasmissione del virus, ha un aspetto marrone-grigiastro, ali trasparenti e zampe sottili. Si muove al tramonto e di notte, ed è quasi del tutto silenziosa.
È molto piccola, e il rischio maggiore è proprio quello di non accorgersene. Non ronzano come le zanzare tigre e non lasciano segni evidenti della loro presenza.
Una puntura qualsiasi
Una delle domande più frequenti è: si può distinguere la puntura di una zanzara infetta? La risposta è no. Non esistono reazioni specifiche, né visibili né dolorose, che possano far pensare a un’infezione. È una puntura come tutte le altre, e proprio per questo non deve scattare il panico. La maggior parte delle persone, infatti, non sviluppa alcun sintomo.
Il virus: incubazione e durata
Una volta infettati, il periodo di incubazione può andare da 2 a 14 giorni. In alcuni casi i sintomi compaiono dopo pochi giorni, in altri possono volerci fino a due settimane. Ma nella maggioranza dei casi il virus non si manifesta clinicamente.
Quando compaiono i sintomi (e quali sono)
Solo in una minoranza dei casi il virus provoca sintomi. Ecco i segnali più comuni:
- Febbre moderata
- Cefalea
- Dolori muscolari
- Disturbi gastrointestinali (nausea, vomito)
- Linfonodi ingrossati
- Eruzioni cutanee, solo in pochi casi
La vera preoccupazione riguarda l’1% dei contagiati, che può sviluppare forme gravi di encefalite o meningite virale, con sintomi neurologici come:
- Confusione mentale
- Rigidità del collo
- Convulsioni
- Paralisi temporanee
In questi casi, il virus può diventare pericoloso, soprattutto per soggetti fragili o immunodepressi.
E per le donne in gravidanza?
Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, la trasmissione materno-fetale è possibile ma molto rara. Ad oggi non esistono prove che il West Nile possa causare malformazioni congenite o danni significativi al nascituro. È importante distinguere: non è il virus Zika, non comporta gli stessi rischi. Anche in caso di contagio durante la gravidanza, la prognosi resta nella maggior parte dei casi tranquilla. La prevenzione è sempre la stessa: evitare le punture con repellenti e zanzariere, eliminare i ristagni d’acqua nei giardini e balconi, monitorare la presenza di insetti nelle aree più a rischio. Nessun allarmismo, quindi, ma attenzione costante. Perché il virus c’è, circola, e con l’estate non può essere ignorato.





