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Sciopero generale, scontro tra Salvini e Landini su legittimità e sanzioni

Nuovo capitolo dello scontro politico-sindacale attorno allo sciopero generale di oggi, che coinvolge anche il trasporto pubblico. Ospite a Mattino Cinque, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha definito l’agitazione “illegittima”, richiamandosi alla decisione della Commissione di garanzia che giovedì aveva giudicato irregolare l’astensione dal lavoro.

Il leader della Lega ha parlato di possibili sanzioni personali per i lavoratori che hanno aderito, aggiungendo che “un milione di italiani” sarebbero stati lasciati a piedi. Salvini ha inoltre anticipato l’intenzione di proporre una stretta legislativa, con multe più severe per chi organizza o partecipa a proteste che creano disagi: “Se lo sciopero lo organizza Landini, allora paghi Landini”.

La replica della Cgil

Durissima la risposta di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, che da piazza Vittorio a Roma ha denunciato:

“Nella mia vita non avevo mai visto un rappresentante dello Stato minacciare i cittadini se esercitano un diritto sancito dalla Costituzione. Quelle sono minacce a persone perbene”.

Il leader sindacale ha rivendicato la piena legittimità dell’agitazione, sostenendo che viene applicata la legge 146 del 1990, che consente scioperi senza preavviso in caso di difesa dell’ordine costituzionale o per “gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori”.

Secondo la Cgil, l’abbordaggio delle forze israeliane alla Global Sumud Flotilla rappresenterebbe un attacco a questi principi, trattandosi di un’azione che ha impedito un intervento umanitario verso la popolazione palestinese.

Questione sanzioni e precettazione

Sul piano giuridico, va precisato che le sanzioni ai lavoratori possono scattare soltanto in caso di precettazione, misura che in questo caso non è stata adottata. In assenza di ordinanza, l’eventuale responsabilità ricade solo sulle sigle sindacali organizzatrici. Ai singoli dipendenti possono essere contestate unicamente sanzioni disciplinari interne.

Nonostante le dichiarazioni minacciose, Salvini non ha firmato la precettazione, spiegando di aver voluto dare “una chance di dialogo”:

“Se precetto, sono un fascista e un dittatore. Ho invece detto: la Commissione ha stabilito che non si dovrebbe scioperare, ma confido nel buon senso dei lavoratori”.

Un braccio di ferro destinato a proseguire

Lo scontro si inserisce in un quadro di tensione crescente: diverse mobilitazioni sono già state annunciate fino alla fine dell’anno.

Ieri sera, in un video diffuso sui social, il leader della Lega aveva parlato di “ultimo avviso” in vista delle decine di agitazioni già proclamate:

“Se domani prevarrà il buon senso ci comporteremo in una certa maniera. Se domani prevarranno arroganza, violenza e sopraffazione sapremo come reagire”.