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La frase di Roccella sulle gite ad Auschwitz e la replica di Liliana Segre: “Stento a crederci”

Un discorso che scuote e divide quello pronunciato da Eugenia Roccella, ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità, durante l’evento “La storia stravolta e il futuro da costruire” organizzato dall’Ucei al Cnel di Roma. Le sue parole sul persistente antisemitismo in Italia e sulla memoria storica hanno acceso un acceso dibattito, culminato con la replica durissima di Liliana Segre. Secondo la ministra, l’Italia non avrebbe ancora elaborato fino in fondo il proprio rapporto con l’antisemitismo: “Non ho visto per i fatti del 7 ottobre la sollevazione che mi sarei aspettata. È mancato qualcosa di essenziale dall’inizio. Credo che ci sia stato un antisemitismo strisciante, quello con cui l’Italia non ha mai fatto davvero i conti. Arrivare a dire che Israele è genocida significa leggere la storia al contrario”.

“Le gite ad Auschwitz non sono bastate”

La frase che ha suscitato più polemiche riguarda i viaggi della memoria. Roccella ha detto: “Tutti i viaggi scolastici ad Auschwitz, a che cosa sono serviti? A dirci che l’antisemitismo è ormai qualcosa di collocato nella storia, di lontano. Le gite ad Auschwitz, secondo me, sono state un modo per continuare a dire che l’antisemitismo era solo una questione fascista”. Un’affermazione che ha scatenato indignazione e perplessità, soprattutto nel mondo politico e accademico. La ministra, nel proseguire, ha insistito sulla necessità di “aprire una nuova pagina di consapevolezza”, invitando a un impegno collettivo per contrastare il riemergere dell’odio antiebraico.

“Università luoghi di non-riflessione”

Nel suo intervento, Roccella ha poi puntato il dito contro il mondo universitario, accusato di non aver saputo stimolare un vero dibattito: “Le università sono stati fra i peggiori luoghi di non-riflessione. L’ultimo segnale arriva dall’Università di Bologna, dove il senato accademico ha votato una mozione per non avere più collaborazioni con le università israeliane. Davanti a tutto questo serve trovare altri luoghi dove riflettere e pensare, per arrivare a quei ragazzi che manifestano in modo inconsapevole, ma non innocente, per una Palestina dal fiume al mare e per la difesa di Hamas”.

La ministra ha definito “orribili” gli slogan emersi in alcune manifestazioni filo-palestinesi, sottolineando che “aprire una nuova pagina è compito nostro e vostro”.

“Il 7 ottobre ha valicato una frontiera dell’umano”

Roccella ha poi richiamato la data simbolo dell’attacco di Hamas contro Israele: “Il 7 ottobre è stata valicata una frontiera dell’umano, una data che pensavamo sarebbe rimasta nella nostra coscienza universale. Non solo non è stato così, ma non lo è stato neanche all’inizio. Non ho visto una reazione unanime di dolore e partecipazione”. La ministra ha denunciato l’assenza di una mobilitazione di massa per gli ostaggi israeliani, sottolineando la mancanza di empatia verso le vittime del festival Nova: “Non ho visto movimenti studenteschi difendere la libertà di quei ragazzi. È come se quel modo di vivere fosse diventato il simbolo del male occidentale”.

La replica di Liliana Segre: “Parole inaccettabili”

Le dichiarazioni della ministra hanno immediatamente provocato la reazione di Liliana Segre, senatrice a vita e testimone della Shoah. Con toni duri e fermi, Segre ha respinto le parole della ministra: “Stento a credere che una ministra della Repubblica possa definire ‘gite’ i viaggi di istruzione ad Auschwitz. Durante la Seconda guerra mondiale, i nazisti con la collaborazione dei fascisti realizzarono una colossale industria della morte per cancellare dalla terra ebrei, rom e sinti. La formazione dei nostri figli deve partire dalla conoscenza della storia. La memoria della verità storica fa male solo a chi conserva scheletri negli armadi”. Un monito che chiude il cerchio di un confronto durissimo tra memoria e politica, dove le parole, oggi più che mai, pesano quanto i silenzi.