Secondo quanto riferisce l’«Ansa» c’è stato un primo confronto tra i Rappresentanti Permanenti presso l’Ue sul vertice informale di Budapest, che si terrà l’8 novembre 2024 e che sarà in gran parte dedicato al dossier competitività. Sulla bozza della dichiarazione dei 27 sembra che le parti siano assai distanti: il lavoro di mediazione si preannuncia decisamente in salita.
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Su report Draghi distanze in Ue: mediazione in salita
“È quasi impossibile che la bozza preparata dalla presidenza ungherese e circolata in queste ore rimanga invariata sia nel numero pagine sia nei contenuti. Diverse fonti diplomatiche europee spiegano infatti che, tra i Rappresentanti Permanenti è emersa l’insoddisfazione per un testo che va troppo in profondità nei vari capitoli su cui la presidenza ungherese intende muoversi sulla scia del rapporto di Mario Draghi, che sarà presente al summit”, riporta l’«Ansa». Nell’ambito dei 27 sono due le principali aree: quella che spinge affinché l’Ue adotti una strategia “ambiziosa” nell’attuazione del report presentato da Mario Draghi e quella dei cosiddetti Paesi frugali. “Il primo gruppo di Paesi, che include ad esempio la Francia, l’Italia o il Belgio e diversi altri, rimarca l’importanza di un approccio olistico, senza scelte di nicchia, sulla base dei suggerimenti di Draghi e Letta. I frugali, invece, fanno riferimento in buona parte ai Paesi nordici e ai baltici”, riferiscono fonti all’agenzia. Oggetto di dibattito varie questioni: dall’unione dei mercati di capitali al fondo di sovranità. Nel suo rapporto di 400 pagine si ricorda che l’ex premier italiano Mario Draghi raccomanda come finanziare e coordinare le politiche europee per evitare di rimanere indietro sulla scena globale. Strategie a lungo termine per evitare quella che l’ex banchiere centrale ha definito alla stampa una “lenta agonia” dell’Europa.
Le richieste dell’ex dirigente della Bce osteggiate da alcuni
Le conclusioni di Draghi, redatte con l’aiuto dei funzionari della Commissione, hanno ottenuto una notevole attenzione, ma non è ancora chiaro se troveranno mai attuazione. L’Unione europea sta indubbiamente facendo fronte a delle crisi importanti: dalla transizione ambientale alla guerra in Ucraina. Ma il finanziamento di maggiori spese, il consolidamento dei mercati dei capitali e l’eliminazione dei veti nazionali, che sono alla base del report dell’ex dirigente della Bce, sono richieste osteggiate da alcuni stati membri, come dicevamo. Ed è difficile pensare che le cose cambino, difficile credere che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen possa mettere il report di Draghi al centro del suo mandato politico, soprattutto oggi col vento dell’estrema destra che sembra soffiare forte sul vecchio continente.
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