Putin elogia Trump. Il leader del Cremlino ha speso parole al miele per il nuovo inquilino della Casa Bianca: «È un uomo molto coraggioso. Le cose che ha detto sulla ripresa dei rapporti con la Russia e sulla sua volontà di favorire una soluzione della crisi ucraina sono come minimo degne di attenzione. E approfittando dell’occasione, vorrei congratularmi con lui per l’elezione alla carica di presidente degli Stati Uniti». Non sono state frasi di circostanza, mai il presidente russo si era espresso in termini così calorosi su un leader dell’odioso Occidente. La risposta di Trump è arrivata a stretto giro nell’intervista a Nbcnews: «Penso che ci parleremo».
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Putin elogia Trump: pronto al dialogo sull’Ucraina
«Verso di lui si può avere un atteggiamento diverso. Durante il suo primo mandato, si diceva che fosse soprattutto un uomo d’affari, che ne capiva poco di politica, e che avrebbe potuto commettere tanti errori. Ma in primo luogo, il suo comportamento nel momento dell’attentato alla sua vita, mi ha fatto una forte impressione. Non mi riferisco solo al suo braccio alzato e all’invito a battersi per i loro ideali comuni. Nei momenti di emergenza, un uomo svela la sua essenza. E lui si è mostrato coraggioso», ha dichiarato Putin. Infine un suggerimento al neoeletto, quello di non lasciarsi condizionare: «Non so se mi ascolterà. Ma ho l’impressione che durante il suo primo mandato l’avessero messo con le spalle al muro. Non lo lasciavano muovere, e lui aveva finito per avere paura, anche di pronunciare una sola parola in più. Non so che cosa avverrà ora. Ma per lui è l’ultimo mandato. Che cosa farà, è affare suo. Penso che le sue frasi sul ripristino dei rapporti con la Russia e sulla soluzione della crisi ucraina, le abbia dette con consapevolezza. Questo è come minimo degno di attenzione».

Guerra Russia-Ucraina, il tycoon: “Penso che parleremo”
Di fronte alla domanda di un giornalista, Putin ha precisato che non sarà lui ad alzare la cornetta: «Non troverei vergognoso chiamarlo, da parte mia. Ma non lo faccio, perché i Capi di Stato stranieri prima mi telefonavano quasi ogni settimana, e poi improvvisamente hanno smesso. Ma se qualcuno di loro volesse riprendere i contatti, non abbiamo niente in contrario, come ho sempre detto. E con Trump siamo senz’altro pronti a discutere». E dopo aver esaltato il suo Paese («La Russia ha fermato più volte coloro che ambivano al dominio mondiale, e continuerà a farlo. Il mondo ha bisogno della Russia. E questo fatto non lo possono certo cambiare le decisioni prese dei capi in carica a Washington o a Bruxelles»), lo zar ha puntato il dito contro la Nato. Quest’ultima, per Putin, «ha perso la sua ragione d’essere con la fine dell’Unione sovietica: anche gli Usa la consideravano ormai una organizzazione di second’ordine. Per mantenerla in vita servivano nuovi conflitti. Bisognava creare una paura concreta. Bisognava separare la Russia dall’Europa. E così si è arrivati al colpo di Stato in Ucraina e alle ostilità nel Donbass. Ci hanno semplicemente costretti a reagire».
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