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All’ospedale pediatrico di Kiev i medici hanno coperto con i loro corpi i piccoli pazienti

“Il missile ha mirato e centrato il reparto dialisi e il reparto di rianimazione. I medici sono riusciti a salvare tutti i bambini che erano attaccati ai macchinari, rischiando con la loro stessa vita. È stato colpito anche il reparto di chirurgia dove i medici, al momento dell’attacco, stavano operando. Hanno però coperto con i loro corpi, i piccoli pazienti. Poi messi tutti in salvo, nonostante fossero feriti, sono andati a salvare le persone sotto le macerie”. Così Serhii Chernyshuk, direttore sanitario dell’ospedale Okhmatdyt di Kiev, il più grande istituto pediatrico dell’Ucraina, ha raccontato cosa è successo lunedì 8 luglio quando un missile russo ha centrato la struttura.

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All’ospedale di Kiev i medici hanno coperto con i loro corpi i piccoli pazienti

È stato Chernyshuk ad accogliere la delegazione del Mean, il Movimento Europeo di Non violenza. Gli attivisti italiani hanno voluto come prima tappa della loro missione a Kiev rendere omaggio alle vittime e all’immenso sforzo di tutto il corpo medico e sanitario dell’ospedale. Tra le vittime anche una giovanissima dottoressa. Cinque medici sono rimasti feriti gravi. I bambini ricoverati pare fossero 600. Dopo l’attacco di lunedì, l’80 per cento della struttura non è più utilizzabile purtroppo. “Grazie al corpo medico, agli operatori sanitari e grazie anche all’aiuto che stiamo ricevendo dall’estero, cerchiamo di far ritornare alla sua piena funzionalità la struttura. Lo faremo nel più breve tempo possibile”, ha detto il direttore sanitario. “Colpire gli ospedali significa colpire i luoghi più vulnerabili della società. Ma non abbiamo intenzione di arrenderci. Siamo difendendo la nostra terra e non abbiamo un altro posto dove andare. O eliminiamo il nemico o moriamo. Non abbiamo altra scelta”, ha affermato Chernyshuk.

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