Un uomo di origine ucraina, sospettato di essere coinvolto nel sabotaggio del gasdotto Nord Stream, è stato arrestato in Italia. Lo ha reso noto la Procura federale tedesca, che ha comunicato l’esecuzione del fermo in provincia di Rimini.
Nord Stream, l’arresto in Romagna
Il fermato è Serhii K., 49 anni, che si trovava in vacanza in Italia con la famiglia. L’uomo è stato individuato nella notte a San Clemente (Rimini) e arrestato dai carabinieri della stazione di Misano Adriatico, con il supporto del Servizio di cooperazione internazionale di polizia.
Dopo il fermo, è stato condotto in carcere ed è ora a disposizione della Corte di Appello di Bologna, competente per l’esecuzione del mandato d’arresto europeo.
Il mandato d’arresto europeo
Secondo quanto comunicato dalla Procura di Karlsruhe, l’arresto si basa su un mandato emesso il 18 agosto 2025 dal giudice istruttore della Corte federale di giustizia tedesca.
L’imputato è «fortemente sospettato di aver causato collettivamente un’esplosione con esplosivi, di sabotaggio anticostituzionale e di distruzione di edifici». Le accuse si riferiscono all’attentato del 26 settembre 2022, quando esplosioni sottomarine danneggiarono gravemente i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 al largo dell’isola danese di Bornholm.
BREAKING: A Ukrainian citizen suspected of involvement in the undersea explosions in 2022 that damaged the Nord Stream gas pipeline between Russia and Germany has been arrestedhttps://t.co/TC2ROCL7wW
— Sky News (@SkyNews) August 21, 2025
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Le accuse
Secondo gli inquirenti, Serhii K. avrebbe preso parte al gruppo che collocò gli ordigni esplosivi. Per l’operazione venne utilizzato uno yacht a vela partito da Rostock, noleggiato tramite un’azienda tedesca con documenti falsi.
L’ucraino, stando al mandato, si trovava a bordo dello yacht insieme ai complici durante la missione di sabotaggio. Le esplosioni provocarono una perdita ingente di gas e interruzioni nelle infrastrutture energetiche.
Il passo successivo
Dopo il trasferimento in Germania, Serhii K. sarà condotto davanti al giudice istruttore della Corte federale di giustizia. L’inchiesta tedesca è ancora in corso e mira a chiarire il ruolo esatto dei partecipanti all’operazione e le eventuali responsabilità internazionali.





