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Giuseppe Conte dice la sua su Salvini, poi l’affondo su Draghi

«Non auguro a Matteo Salvini una condanna penale, come a nessun avversario politico», premette il leader del M5S Giuseppe Conte iniziando l’intervista a “La Stampa”. Il leader della Lega rischia sei anni di carcere: «Quando è capitato a me di essere chiamato dalla magistratura a rispondere di scelte difficili fatte durante la pandemia, io non l’ho accusata di imbastire processi politici, né ho invocato il popolo a intervenire in mio favore. Mi sono difeso con serenità e la mia posizione è stata archiviata con formula piena, mentre Giorgia Meloni mi dava del criminale e la fondazione di Alleanza nazionale finanziava l’associazione che ha fatto l’esposto a Bergamo», ha spiegato l’avvocato.

Giuseppe Conte dice la sua su Salvini, poi l’affondo su Draghi

Ai tempi del caso Open Arms Giuseppe Conte era presidente del Consiglio: si rimprovera qualcosa in quella vicenda? «L’accusato non sono io. In questo processo sono stato testimone di fatti a mia conoscenza, ed è noto che scrissi invano a Salvini due lettere per sollecitare lo sbarco dei più vulnerabili», ha detto il leader del M5s. Pentito dei decreti sicurezza firmati con Salvini? «Con il governo Conte due, la prima cosa che abbiamo fatto è stato cambiare quei decreti», ha risposto con fermezza il noto politico. Secondo la premier Meloni la richiesta dei pm è «incredibile»: «Nel rapporto con la magistratura, la destra mostra i suoi evidenti limiti culturali: uno dei principi fondamentali della nostra democrazia è l’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge. E questo vale anche per chi ha ruoli di governo, che non possono diventare spazi di impunità».

Giuseppe Conte dice la sua su Salvini, Draghi e Renzi

Giuseppe Conte è poi tornato a parlare del riarmo all’Ucraina: «Trovo la posizione del governo ipocrita. Se l’obiettivo di Meloni è vincere la guerra con la Russia, come ha dichiarato in Parlamento, allora non può inviare armi imponendo un limite di utilizzo. Sta inaugurando il “bellicismo pavido”». E ancora: «Occorre investire seriamente in un progetto di pace. E mi lascia costernato che i governi che si sono succeduti abbiano interrotto la nobile tradizione italiana di grande capacità diplomatica e visione multipolare. Siamo schienati a una prospettiva di guerra a oltranza, con un’Europa non pervenuta, senza capacità di costruire un orizzonte di pace e sicurezza che regga la sfida del futuro: tutti i Paesi Nato a fare la guerra contro la Russia e il resto del mondo». Per Conte siamo vicinissimi ad uno scontro tra Russia e Nato: «La critica vale sicuramente anche per il governo Draghi. Le condizioni migliori per concludere un negoziato di pace furono poco dopo l’aggressione russa, e non c’è stato nessun tentativo di rendere l’Italia protagonista di un negoziato di pace».

Giuseppe Conte attacca Draghi: “Vuole un’economia di guerra”

A proposito di Draghi e del suo recente report sulla competitività, Conte ha detto: «È assolutamente condivisibile l’obiettivo di realizzare grandi piani di investimento per rendere l’Europa più competitiva, finanziandoli anche con debito comune europeo. È stata la nostra grande vittoria in Europa nel 2020, mentre ora Meloni torna indietro con il patto di stabilità. Fa piacere che ora parta il solito codazzo di osanna di giornalisti e politici per Draghi che dice queste cose, mentre noi che ci battiamo da sempre contro l’austerità siamo considerati pericolosi populisti». Poi la precisazione: «Nel rapporto manca però lo sviluppo di più efficaci politiche fiscali per contrastare gli abusi dei giganti del web, ed è assolutamente inaccettabile la certificazione di un’economia di guerra, con il passaggio dal welfare al warfare». Ossia «con la rimozione dei limiti Bei agli investimenti militari e delle limitazioni della finanza europea per le industrie belliche, con la revisione dei parametri della finanza etica, si asseconda un completo stravolgimento del quadro regolatorio europeo in direzione di una transizione, verde sì, ma verde militare», ha affermato Giuseppe Conte.

Le parole su Matte Renzi e sull’alleanza nel centrosinistra

Sulla politica estera ci sono le divisioni più profonde nell’alleanza di centrosinistra: «Se si vuole costruire un’alternativa al governo Meloni in direzione progressista, bisogna essere conseguenti: non si è mai visto un governo progressista bellicista», ha spiegato Conte. Su Matteo Renzi? Per il leader pentastellato non c’è spazio nell’alleanza di centrosinistra: «Vedo dai sondaggi che la pensano come me non solo gli elettori del M5S, ma anche quelli del Pd e di AvS».