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Giancarlo Siani, 40 anni dopo: il ricordo di Mattarella

Era una sera di settembre quando la vita di un giovane cronista fu spezzata sotto casa sua, a Napoli. Aveva solo 26 anni e scriveva di camorra, clan, traffici illeciti. Il suo nome, oggi simbolo di coraggio civile, è quello di Giancarlo Siani. Sono trascorsi quarant’anni da quell’agguato e la sua memoria continua a rappresentare una ferita aperta ma anche un esempio di libertà e verità. Nella ricorrenza, le istituzioni italiane hanno scelto di ricordarlo, sottolineando l’attualità di un sacrificio che appartiene non solo al giornalismo ma all’intera comunità democratica.

Le parole del Presidente della Repubblica

Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha dedicato a Siani un messaggio carico di significato: «Giancarlo Siani venne barbaramente ucciso da killer della camorra perché aveva acceso la luce sulle attività criminali dei clan, svelato i loro conflitti interni, le viltà che li caratterizzano. Sono trascorsi quarant’anni da quell’agguato. La sua testimonianza vive nella società che rifiuta l’oppressione delle mafie». Mattarella ha parlato di “assassinio barbaro”, incancellabile dalla storia della Repubblica, e ha ricordato l’impegno del giovane cronista nel far conoscere ciò che la criminalità voleva occultare. Una scelta pagata con la vita, ma che ha lasciato un’eredità forte: «L’assassinio dei giornalisti è un assassinio delle nostre libertà», ha concluso.

Il Senato e la Camera

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha ricordato Siani come «il primo cronista assassinato dalla criminalità organizzata», sottolineando che il suo sacrificio resta «testimonianza di libertà, verità e impegno civile» e che continua a indicare la via alle nuove generazioni. Dalla Camera dei deputati, il presidente Lorenzo Fontana ha parlato di «passione civile e impegno continuo nel contrasto alle mafie». Fontana ha rivolto un pensiero alla famiglia del giornalista, evidenziando come il suo esempio resti ancora oggi una fonte di ispirazione.

Le voci dell’Antimafia

Anche la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, ha voluto rendere omaggio al cronista ucciso: «Giancarlo è un esempio di coraggio e di altissimi valori morali. Raccontava i legami tra camorra e potere senza piegarsi al silenzio. Era un giovane pieno di ideali, innamorato della sua terra, capace di raccontare la verità anche quando era la più difficile da dire». Parole che restituiscono la cifra di un impegno giornalistico che non si limitava al racconto, ma puntava a liberare il territorio dallo strangolamento della criminalità.

Il ricordo dalla Campania

Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha sottolineato come Siani rappresenti ancora oggi «un esempio di passione e coraggio civile, soprattutto per i giovani». Ha ricordato le iniziative promosse dalla Campania per mantenere viva la sua memoria, come i progetti della Fondazione Polis e “Scuola Viva”, pensati per diffondere cultura della legalità e fiducia nel futuro.

Una memoria che continua

Tra i tanti messaggi è arrivato anche quello di Roberto Fico, che ha definito Siani «un giornalista coraggioso e brillante» ucciso per aver raccontato la verità. «La sua memoria è attiva, quotidiana, nelle scuole, con i ragazzi», ha scritto, ricordando il lavoro della famiglia e dei colleghi per mantenere viva la sua voce. Quarant’anni dopo, il suo nome continua a rappresentare il simbolo di un giornalismo libero e coraggioso, pronto a sfidare l’omertà e le minacce.

Un esempio per le nuove generazioni

Il delitto Siani resta una pagina nera della storia italiana, ma anche un monito contro la rassegnazione. Le sue inchieste, i suoi articoli e il suo sacrificio continuano a ricordare che la libertà di stampa e la ricerca della verità non sono mai scontate. A distanza di quattro decenni, l’immagine di quel giovane giornalista che scriveva per Il Mattino è ancora una bussola per chi crede nella giustizia e nella forza della parola. Perché ricordare Giancarlo Siani significa ribadire, ogni giorno, che la camorra e le mafie possono essere combattute anche con la luce della verità.