Un caso mortale registrato in provincia di Latina riporta l’attenzione sulla febbre West Nile, una malattia virale trasmessa dalle zanzare. A perdere la vita, nei giorni scorsi, è stata una donna di 82 anni residente a Fondi, nel sud del Lazio. L’anziana è deceduta a causa delle complicazioni legate all’infezione, in un quadro già compromesso da patologie pregresse.
La febbre West Nile: cos’è e come si trasmette
Identificata per la prima volta nel 1937 nella regione del West Nile, in Uganda, la febbre West Nile è arrivata in Italia nel 1998, ed è oggi considerata endemica in diverse aree del Paese. Il virus, come si legge sul sito ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità, si trasmette attraverso la puntura delle zanzare comuni, in particolare la Culex pipiens, specie autoctona molto diffusa in Europa. Non è trasmissibile da persona a persona e, a differenza di altre malattie di origine tropicale, non richiede la presenza di zanzare esotiche o invasive.
Sintomi lievi nella maggior parte dei casi
Niente panico: l’80% delle persone infette non sviluppa sintomi. Nel restante 20%, si possono presentare febbre, mal di testa, nausea, sfoghi cutanei, linfonodi ingrossati, e altri disturbi simil-influenzali. Le complicazioni più serie colpiscono meno dell’1% dei contagiati, soprattutto anziani, immunodepressi o persone con patologie croniche. In questi casi, il virus può causare febbre molto alta, disorientamento, tremori, convulsioni, paralisi e, nei casi più gravi, persino coma e decesso. Gli effetti neurologici, laddove presenti, possono anche essere permanenti.
Contagi confermati nel Lazio: due casi gravi
In provincia di Latina, oltre alla donna deceduta, sono stati confermati altri sei casi di infezione, due dei quali in forma grave. Si tratta di un uomo di 63 anni e uno di 72, entrambi con altre patologie, attualmente ricoverati in ospedale a Latina. Come chiarito dalle autorità, per confermare la diagnosi sono necessari specifici esami del sangue.
Le misure in corso: campionamenti e trappole per zanzare
Da lunedì è in corso un’azione di monitoraggio condotta dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana. L’ente ha iniziato a raccogliere campioni di sangue da persone e cavalli nella zona di Fondi, per valutare la presenza e diffusione del virus. I cavalli, pur potendo essere infettati, non trasmettono la malattia agli esseri umani. Contestualmente, sono state installate trappole per la cattura delle zanzare, il cui studio permetterà di decidere se intervenire con disinfestazioni mirate per contenere la popolazione di insetti nella zona.
Il Ministero della Salute: “Situazione sotto controllo”
Il Ministero della Salute ha rassicurato la popolazione, confermando che «l’andamento epidemiologico è in linea con gli altri anni». Il primo bollettino stagionale, diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità, segnala cinque casi confermati in Italia tra gennaio e il 16 luglio 2025, di cui quattro con sintomi neurologici (uno in Piemonte, uno in Emilia-Romagna e due nel Lazio). Nel 2024, i casi totali erano stati 460, con 272 pazienti colpiti da sintomi neurologici e 20 decessi. La regione più colpita era stata il Veneto.
Nessuna terapia specifica, ma monitoraggio continuo
Attualmente non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Il trattamento è sintomatico e volto ad alleviare i disturbi. Per questo motivo, ogni estate, la malattia viene monitorata attentamente dalle autorità sanitarie, soprattutto nelle regioni dove il virus è più diffuso. L’invito è a non abbassare la guardia, ma anche a non cedere al panico. Bastano piccoli accorgimenti, come evitare ristagni d’acqua e proteggersi dalle punture, per ridurre al minimo i rischi.





