È la notizia del giorno: l’ex speechwriter di Vladimir Putin, Abbas Gallyamov, in un’intervista alla «Cnn» ha detto che un colpo di stato militare sta diventando una possibilità in Russia. “L’economia russa si sta deteriorando. La guerra è persa. Ci sono sempre più cadaveri che tornano in Russia, quindi i russi incontreranno maggiori difficoltà e cercheranno di trovare una spiegazione al perché di tutto questo, guardando al processo politico e rispondendosi: ‘Beh, questo è perché il nostro Paese è governato da un vecchio tiranno, un vecchio dittatore'”, ha detto Gallyamov, riferendosi a Putin. Per Gallyamov, il golpe potrebbe arrivare nei prossimi 12 mesi. Ma è davvero così? Quanto durerà ancora la guerra? C’è poi la questione del dibattito sull’invio delle armi all’Ucraina: cosa sta inviando l’Italia a Kiev?
Entro un anno, ha aggiunto l’analista politico, “quando la situazione politica cambierà e a capo del Paese ci sarà un presidente impopolare e odiato, e la guerra sarà davvero impopolare, e sarà necessario versare sangue per questo, in quel momento un colpo di Stato diventerà una possibilità reale”. Gallyamov ha anche detto di ritenere che Putin potrebbe annullare le elezioni presidenziali previste per il marzo 2024. “A giudicare dalle sue azioni, quando si accanisce su qualcosa senza necessità, potrebbe davvero cancellare le elezioni: senza la vittoria sull’Ucraina, avrà difficoltà con i russi. I russi non hanno bisogno di lui se non è forte. Potrebbe davvero dichiarare la legge marziale e annullare le elezioni”, ha evidenziato l’ex speechwriter dello zar all’emittente statunitense.

E sono di oggi anche le parole del vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che su Telegram è tornato ad attaccare l’Occidente e di riflesso ha smentito l’indebolimento della Russia: “I Paesi nemici non hanno il coraggio di ammettere che le loro sanzioni “infernali” sono miseramente fallite. Non funzionano. La stragrande maggioranza dei prodotti industriali e dei beni di consumo è stata sostituita dai nostri, russi, e quelli mancanti, dai marchi asiatici”. Lo stesso ha sostenuto che “come sempre, gli americani fanno soldi con un’Europa umiliata» che «resiste e perde denaro”.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha incontrato il premier giapponese, Fumio Kishida. “Cio’ che sta accadendo in Europa oggi potrebbe accadere domani in Asia orientale. Quindi dobbiamo rimanere uniti e fermi, lottando insieme per la libertà e la democrazia”, ha affermato Stoltenberg, che, come lo stesso Kishida, guarda con “preoccupazione” alla “crescente cooperazione tra Cina e Russia, anche attraverso operazioni congiunte ed esercitazioni nelle vicinanze del Giappone”, hanno affermato i due leader in una dichiarazione congiunta.

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, dal canto suo, ha confermato di aver ricevuto un messaggio del suo omologo americano, Antony Blinken, attraverso il capo della diplomazia egiziana, Sameh Shoukry, in seguito alla visita del segretario di Stato al Cairo. Secondo Lavrov, riporta l’agenzia di stampa Tass, il messaggio di Blinken contiene solo appelli alla Russia ad “andarsene e fermarsi” in Ucraina. “La Russia è pronta ad ascoltare qualsiasi proposta seria che miri a risolvere la situazione attuale nel suo contesto globale”, ha proseguito il ministro degli Esteri.
In un’analisi sulla situazione attuale del conflitto tra Russia e Ucraina, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha evidenziato al Corriere della Sera come siano “i russi a volere l’escalation, non noi a non cercare la pace”. Secondo l’esponente del governo Meloni “alcune nazioni hanno deciso di fornire carri, su richiesta ucraina, perché si prepara un attacco russo su larga scala. La scelta non nasce dalla volontà di proseguire la guerra, ma dalla necessità di aiutare una nazione aggredita a fronteggiare un attacco in cui la Russia impiegherà i 300 mila soldati che sta finendo di addestrare. Un attacco così sproporzionato che se l’Ucraina non ricevesse aiuti potrebbe solo soccombere”.
E ancora: “Molti italiani sono contrari da mesi, la verità è che nessuno di noi vuole la guerra e l’obiettivo del governo è fare di tutto per farla finire. Dobbiamo spiegare all’opinione pubblica che sono i russi a volere l’escalation, per non lasciar passare la menzogna che siano gli altri, cioè tutti noi, a non cercare la pace. Se nessun carro armato russo avesse varcato il confine dell’Ucraina non ci troveremmo in questa situazione”, ha evidenziato Crosetto.

Nella stessa il ministro della Difesa ha rilanciato l’obiettivo di raggiungere, per le spese militari italiane, il 2% rispetto al Più nel giro di pochi anni, seguendo quanto chiede la Nato, ma anche di poter uscire dai vincoli degli accordi europei sul bilancio: “Oggi nessun Paese è in grado di tagliare gli investimenti sulla Difesa. Anche perché l’aiuto che abbiamo dato in questi mesi all’Ucraina ci impone di ripristinare le scorte che servono per la Difesa nazionale, per cui le due cose sono collegate, anche il ministro Giorgetti condivide”. Ma cosa sta mandando nello specifico l’Italia all’Ucraina?
“Stiamo inviando quello che gli ucraini ci hanno chiesto per difendersi dagli attacchi missilistici che stanno colpendo principalmente obiettivi civili e infrastrutturali. In questo decreto, cosa che purtroppo non interessa nessuno, abbiamo messo anche tende riscaldate, vestiario e una quantità enorme di generatori per fornire energia elettrica a milioni di persone”.

L’aiuto del nostro Paese è tutt’altro che secondario: “Insieme ai francesi stiamo mandando uno dei sistemi di difesa aerea più sofisticati al mondo, basti pensare che uno solo dei missili con cui viene equipaggiata la batteria Samp-T costa un milione di euro. E poi basta fare due conti, ad oggi il valore di tutti gli aiuti italiani inviati alla resistenza ucraina supera il miliardo di euro, una quota più che consistente del bilancio annuo dedicato al ministero della Difesa”.





