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Mozart a 432 Hertz, quando la musica si accorda all’anima

E’ uscito da qualche tempo, per l’etichetta Aulicus Classics Mozart, un CD dedicato ad alcune fra le più belle pagine del repertorio di Wolfgang Amadeus Mozart registrato a 432 Hertz: l’Andante in Do maggiore per flauto e orchestra KV 315, il Concerto nr. 12 per pianoforte KV 414 e la Sinfonia in La Maggiore KV 201.

Il progetto, realizzato in occasione di un concerto presso la chiesa della Nostra Signora del Sacro cuore di Roma il 6 Gennaio 2020, vede protagonisti del concerto Sebastiano Brusco al piano e Andrea Ceccomori al flauto accompagnati dall’orchestra Harmoniae Aureae per la direzione di Manfred Croci. A rendere speciale questa registrazione è l’utilizzo dell’accordatura aurea, nella quale il “la” è accordato a 432 Hertz e si rifà, quindi, alla proporzione aurea, generando una frequenza armonica ed avvolgente, in grado di restituire un suono più naturale e ricco di sfumature, capace di immergere completamente l’uditorio nella musica. L’album sarà disponibile presso tutti i principali stores online e piattaforme digitali.

L’intonazione e la frequenza di queste interpretazioni accompagnano gli ascoltatori in un’atmosfera senza tempo, in totale equilibrio con le frequenze del corpo umano e della mente, ma soprattutto in linea con le originali sonorità ricercate da Mozart, ricreate attraverso il talento dei musicisti dell’orchestra Harmoniae Aureae, che sin dal loro debutto nel 2019 hanno continuato ad omaggiare il genio e la poesia del compositore di Salisburgo.

Da molto tempo si dibatte sulla scientificità delle affermazioni di chi ritiene i 432 Hertz come l’unica frequenza musicale in grado di mettere l’uomo in contatto armonioso con l’Universo. Teorie pseudoscientifiche a parte, molti musicisti anche di fama internazionale hanno iniziato ad accordare i propri strumenti sulla frequenza di 432 Hertz invece dell’abituale 440. Come hanno fatto gli autori citati in questo articolo. E moltissimi ascoltatori, tra cui ex musicisti classici come chi scrive, apprezzano questo nuovo approccio al repertorio classico, in particolare quando applicato a capolavori come il completo catalogo di Mozart.

Perché questa attenzione verso la frequenza 432 Hertz? Al di là di qualsiasi disputa di tipo tecnico-scientifico, molte composizioni realizzate attorno a temi sui 432 Hz hanno un innegabile fascino e sono in grado di stimolare sensazioni positive e non solo negli ascoltatori più sensibili. Non solo, anche chi soffre di fastidiosi disturbi dell’udito, come gli acufeni perenni, ne trova giovamento. Sensazioni? Può essere e non ci sarebbe nulla di male. Chi scrive ha potuto apprezzare i benefici della musica a 432 Hz, senza entrare in considerazioni di carattere qualitativo o che dir si voglia.

Che ci siano legami con la storia della musica, anche la più antica, è innegabile. Malgrado gli Hertz come unità di misura delle onde sonore fossero ancora ben lontani dal nascere, le ciotole tibetane, il monocordo di Pitagora, i flauti antichi usavano una frequenza base molto vicina ai 432 Hz.

Secondo una certa letteratura in voga negli ultimi anni, anche Wolfgang Amadeus Mozart, universalmente accettato come uno dei geni assoluti della musica, avrebbe utilizzato un’accordatura a frequenza 432 Hz. Anche in questo caso, a parte la consueta osservazione sugli Hertz nati come unità di misura delle frequenze sonore solo nel 1930, non ci sono prove di questa affermazione.

Sappiamo invece che Mozart per trovare il “LA” utilizzava un diapason del 1780 con il tono a 421,6 Hz. Questo diapason apparteneva al costruttore di pianoforti viennese Johann Andreas Stein, il principale produttore di pianoforti a Vienna all’epoca, fornitore dei pianoforti di Mozart e poi di Haydn e di Beethoven. È probabile che tutti questi grandi compositori abbiano utilizzato il LA a 421,6 Hz. Il diapason personale di Handel è stato trovato 30 anni prima in Inghilterra ed è stato sintonizzato su LA a  422,5 Hz. Molto simile a Mozart dunque ma abbastanza lontano da 432 Hz.