Era tra i primi casi accertati di West Nile nel Lazio, ma nessuno avrebbe voluto che finisse così. Un uomo di 86 anni, ricoverato da giorni nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale Goretti di Latina, è morto nelle ultime ore. Il suo quadro clinico, complicato da patologie pregresse, si è aggravato giorno dopo giorno, fino al tragico epilogo. Con lui salgono a sei i morti in Italia legati al virus trasmesso dalle zanzare.
La notizia ha riacceso le preoccupazioni in un’estate in cui, più ancora del caldo, sono i virus a fare paura. Il West Nile, che nel 80% dei casi è asintomatico, può diventare fatale soprattutto per gli anziani o per chi soffre di patologie croniche. Ed è proprio su questi soggetti che, purtroppo, si sta abbattendo con forza.
Una conta che sale: sei morti in poche settimane
L’Italia conta sei vittime, e tre si trovavano nel Lazio. Il primo caso risale a marzo, in Piemonte, quando un uomo morì dopo aver contratto il virus ben prima dell’inizio della “stagione delle zanzare”. Poi, a luglio, la tragedia si è spostata nel centro-sud.
Il 20 luglio è morta una donna di 82 anni di Nerola, in vacanza in provincia di Latina. Ieri si è aggiunto un altro nome: un 77enne di Isola del Liri, trapiantato di cuore, deceduto allo Spallanzani dopo un recente soggiorno a Baia Domizia, dove sarebbe avvenuto il contagio. E proprio dalla Campania arrivano le altre due notizie dolorose: un 80enne di Maddaloni e un 74enne deceduto a Napoli, entrambi con quadri clinici già compromessi e aggravatisi dopo l’infezione.
Latina convoca i sindaci: si pianifica la risposta
Di fronte a un virus che sembra diffondersi a macchia d’olio, la sindaca di Latina, Matilde Celentano, ha convocato per oggi la Conferenza dei Sindaci. Obiettivo: unire le forze per un piano di disinfestazione e contenimento su scala territoriale. L’area pontina è tra le più colpite del centro Italia, e serve una strategia comune per fermare la proliferazione delle zanzare culex, principali vettori della malattia.
Ministero e Regioni attivano la sorveglianza
Il Ministero della Salute, in sinergia con le Regioni, ha avviato una serie di misure straordinarie: oltre al monitoraggio delle zanzare, sono previste precauzioni per trapianti e trasfusioni. La malattia non si trasmette da persona a persona, ma può diventare un problema sanitario importante, se trascurata.
Medici di famiglia in trincea: “Servono strumenti e formazione”
Nel frattempo la Simg (Società Italiana di Medicina Generale) ha alzato la voce. Serve una rete di medici sentinella capace di riconoscere in tempo i sintomi della West Nile e di altre arbovirosi come Dengue e Chikungunya. Il presidente Alessandro Rossi ha offerto la piena disponibilità a collaborare con l’Istituto Superiore di Sanità, per fornire ai medici di base una formazione mirata.
Una proposta concreta: rafforzare la rete di sorveglianza territoriale, prendendo a modello quanto fatto negli anni con RespiVirNet, il sistema che monitora l’influenza stagionale.
Un’estate delicata: la sfida è la diagnosi precoce
Secondo Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss, il ruolo dei medici di base è cruciale: sono loro i primi a intercettare sintomi sospetti e a indirizzare i pazienti verso le strutture idonee. Lo stesso vale per Federico Gobbi, infettivologo e docente universitario, che invita alla sensibilizzazione della classe medica, per includere anche le infezioni autoctone nel radar diagnostico. Il virus West Nile ha già lasciato troppe ferite aperte. E l’estate non è ancora finita.





