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Una vittoria per gli idonei: il TAR bacchetta il Ministero sull’accesso alle graduatorie

Il diritto alla trasparenza nei concorsi pubblici fa un passo avanti importante. Una recente sentenza del TAR della Lombardia ha stabilito che il Ministero dell’Istruzione non può limitarsi a pubblicare solo i nomi dei vincitori: le graduatorie complete, con tutti gli idonei, devono essere accessibili.

Il caso: punteggio più alto, ma niente assunzione

Tutto nasce dal ricorso di un docente che aveva partecipato al concorso PNRR per l’insegnamento della Musica nella scuola secondaria di primo grado. Pur avendo ottenuto un punteggio superiore ad altri candidati assunti, si è ritrovato escluso dalla graduatoria finale. L’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, anziché fornire spiegazioni chiare, ha risposto in modo parziale e poco trasparente. A quel punto, il docente – difeso dall’avvocato Fabio Rossi – ha chiesto formalmente l’accesso agli atti, per poter verificare se c’erano gli estremi per un ricorso.

Il TAR di Milano gli ha dato ragione. Le regole valgono per tutti, anche per il Ministero. Secondo i giudici, il diritto di accesso agli atti amministrativi (Legge 241/1990) vale anche se i documenti contengono dati riservati, quando servono a tutelare un interesse legittimo. Tradotto: non è accettabile che l’amministrazione neghi o oscuri informazioni fondamentali per capire se un’esclusione è stata giusta oppure no. Tra i principi fissati nella sentenza:

  • Le graduatorie complete devono essere rese disponibili a chi ne fa richiesta.
  • I documenti non possono essere oscurati senza una motivazione precisa.
  • L’omessa pubblicazione della graduatoria completa rappresenta una violazione del diritto alla difesa per i candidati esclusi.

Cosa cambia per i docenti esclusi?

L’Ufficio Scolastico Regionale è stato obbligato a trasmettere entro 20 giorni tutta la documentazione richiesta, comprese le schede di valutazione individualisenza cancellazioni. Inoltre, l’amministrazione dovrà rimborsare le spese legali sostenute dal ricorrente. Si tratta di un precedente rilevante per tutti i partecipanti a concorsi pubblici che abbiano il sospetto di irregolarità nella formazione delle graduatorie. Il messaggio è chiaro: La trasparenza non è facoltativa. È un diritto. Chi si ritrova escluso ha il pieno diritto di chiedere formalmente l’accesso agli atti, controllare se altri candidati con punteggi inferiori sono stati assunti e di valutare, con l’aiuto di un legale, se vi siano elementi per un ricorso.