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Ucraina, stop alle armi dagli Usa: il Cremlino esulta, la reazione di Kiev

“Più diminuiscono le forniture di armi a Kiev, più ci si avvicina alla fine del conflitto”. Così Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha commentato la notizia della sospensione di parte degli aiuti militari americani all’Ucraina. Il messaggio arriva attraverso le agenzie russe e suona come una chiara lettura geopolitica della decisione presa da Washington. Il Cremlino vede dunque nella riduzione degli armamenti occidentali un indebolimento della resistenza ucraina e una possibile apertura, almeno secondo Mosca, verso una risoluzione del conflitto alle sue condizioni.

Kiev convoca l’incaricato d’affari Usa

La reazione di Kiev non si è fatta attendere: dopo l’annuncio dello stop parziale alle forniture militari, il governo ucraino ha convocato l’incaricato d’affari americano. Una mossa diplomatica forte, che testimonia la preoccupazione per la sospensione di armamenti chiave, in particolare i sistemi di difesa antiaerea, fondamentali per proteggere le città ucraine dai raid russi.

Washington: “Decisione legata alla tutela delle nostre scorte”

La Casa Bianca ha confermato la notizia. Alcune consegne di armi all’Ucraina sono state sospese, tra cui sistemi missilistici antiaerei. Lo ha dichiarato la vice portavoce Anna Kelly, spiegando che si tratta di una scelta derivante da una revisione interna condotta dal Dipartimento della Difesa. “Questa decisione è stata presa per mettere al primo posto gli interessi americani”, ha dichiarato, aggiungendo che le scorte di munizioni statunitensi sono in calo e vanno salvaguardate.

Ucraina all’attacco: colpita raffineria russa e stabilimento di armi

Nonostante la battuta d’arresto negli aiuti, le forze armate ucraine continuano le operazioni offensive oltreconfine. Secondo lo Stato Maggiore di Kiev, riportato da Ukrinform, è stato colpito l’impianto di raffinazione di Saratovorgsintez, nella regione russa di Saratov, che rifornisce le truppe russe. L’attacco, realizzato in coordinamento tra l’intelligence militare ucraina e altri reparti delle Forze di Difesa, ha provocato un incendio nella struttura, i cui danni sono ancora in fase di valutazione. Nello stesso comunicato, Kiev ha confermato un’azione contro lo stabilimento Kupol di Izhevsk, noto per la produzione di sistemi missilistici di difesa aerea a corto raggio.

Putin e Macron tornano a parlarsi: due ore di telefonata

A sorpresa, dopo tre anni di silenzio diplomatico, è tornato il dialogo diretto tra Vladimir Putin e Emmanuel Macron. I due leader hanno avuto una telefonata di oltre due ore, durante la quale il presidente francese ha chiesto una tregua e l’apertura di negoziati di pace. Secondo quanto riferito dall’Eliseo, i due capi di Stato continueranno a parlarsi. Macron ha inoltre insistito sull’importanza del ruolo di Francia e Russia, entrambi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, in materia di sicurezza nucleare globale. Il colloquio ha toccato anche la questione iraniana, con la richiesta del presidente francese affinché Teheran rispetti gli obblighi del Trattato di non proliferazione nucleare e consenta il ritorno degli ispettori AIEA. In un contesto sempre più complesso, tra diplomazia riattivata, pressioni internazionali e strategie militari in movimento, il conflitto russo-ucraino si conferma ancora una volta un campo di tensione globale.