Dopo l’undicesimo posto nel salto in alto alle Olimpiadi di Parigi 2024, Gianmarco Tamberi si vede costretto a difendersi. In discussione non è la sua prestazione di sabato, condizionata dalle coliche renali che lo hanno colpito, ma il suo stato fisico, ossia la sua magrezza, giudicata da alcuni eccessiva. «Giusto per dare qualche informazione in più a chi scrive senza informarsi: è l’aumento di peso che porta a un maggiore rischio di coliche renali non la perdita di peso…», ha scritto su Instagram il capitano della nazionale di atletica. Nella giornata di ieri, anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è intervenuto sulla questione: «Devono parlare i tecnici, gli scienziati». Rispondendo ai giornalisti a margine della conferenza stampa di bilancio delle Olimpiadi, Malagò ha aggiunto: Tamberi «è seguito da persone competenti: io non mi sento di dare alcun giudizio, tantomeno negativo, su quello che è successo o fare una correlazione e inviterei la gente a non farlo». Su “Il Messaggero” è uscita sempre sul tema l’intervista di Giorgio Calabrese, medico specializzato in Scienza dell’Alimentazione, docente universitario e consulente scientifico del Ministero della Salute.

Tamberi, il nutrizionista Calabrese: “Debilitato dalla dieta estrema”
«Tamberi è un bravissimo ragazzo che questa volta ha esagerato. I grandi campioni ad un certo punto tirano troppo la corda e il fisico si ribella. Tamberi ha perso troppi chili tra l’Olimpiade di Tokyo del 2021 e quella di Parigi. Ha seguito una dieta più liquida che solida e questo è controproducente per i muscoli: è come avere il motore di una Ferrari senza la benzina per farlo funzionare», ha dichiarato Giorgio Calabresi. È stata la dieta a causare la colica renale che ha infranto il sogno di Gimbo? L’esperto con fermezza ha dichiarato: «Al 90% sì. Ha seguito un’alimentazione iperproteica per i muscoli e ricca di sali minerali, ma questo tipo di dieta si traduce in calcoli. E quando si muovono via uretere – che è pieno di terminazioni nervose – provocano nausea e dolore debilitanti».

L’esperto spiega cosa avrebbe provocato la colica renale
La giusta dieta per un atleta qual è? «Deve garantire al corpo un giusto apporto di carboidrati complessi integrali e ricchi di fibre. Nel caso del salto in alto, che è uno sport anaerobico, c’è bisogno di più proteine, è vero, ma se non vengono compensate con i carboidrati giusti, diventano un problema per i muscoli, che non vanno tenuti a stecchetto, ma resi possenti». Tamberi ha detto che prende anche decisioni in autonomia sulla propria dieta: «Quando ci si nutre in maniera non medicalmente controllata non va mai bene. Tamberi è un ragazzo perbene e onesto che ha commesso un errore. Altri avrebbero potuto bombarsi, lui invece ha solo fatto una cosa che non ha alcun senso clinico. Sono stato per anni il dietologo ufficiale della Juventus e collaboro con il Coni: una dieta è come un abito che va cucito addosso al singolo atleta. Ci sono meccanismi ad personam. Tamberi ha pensato che bastasse perdere peso per saltare più in alto, ma non è così». Calabrese sul finale ha voluto mandare un messaggio a Gimbo: «Dopo episodi negativi come questo, si tende ad attraversare una fase, per così dire, depressiva. Ecco, a Tamberi vorrei ricordare che è e rimane un grande campione e non deve mollare».





