Difficile scovare, nel mondo spesso glaciale della diplomazia, un rapporto che assomigli davvero a un’amicizia. Eppure ce n’è uno che continua a sorprendere osservatori, diplomatici e perfino gli addetti ai lavori: quello tra il premier albanese Edi Rama e la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni. Un legame fatto di abbracci, visite improvvisate, regali inattesi e un calore che stona quasi con i rigidi protocolli istituzionali. Da anni, i due si cercano, si parlano, si riconoscono. E questa sintonia, diventata un marchio delle relazioni tra Italia e Albania, supera di gran lunga la normale cooperazione politica.
Un rapporto che supera le categorie politiche
Nonostante le evidenti distanze ideologiche, i due leader hanno costruito un’intesa inattesa e trasversale. Rama, da sempre insofferente alle etichette politiche, rivendica una visione pragmatica e aperta. Meloni, invece, pur attenta alle differenze di partito, ha dimostrato di sapersi affidare all’istinto quando percepisce correttezza e compatibilità umana. È una relazione politica, certo, ma anche un’intesa personale, fatta di fiducia e spontaneità.
Villa Pamphili e la “storicità” condivisa
L’ultimo incontro a Villa Pamphili lo ha confermato: entrambi hanno parlato di un momento “storico”, ribadendo l’amore per i rispettivi popoli e la volontà di proseguire insieme su un cammino comune. Al centro c’è soprattutto l’accordo sui centri per migranti da costruire e gestire in Albania, un dossier controverso in Italia e in Europa, ma che i due leader difendono con convinzione. Vogliono accelerare, sbloccare le procedure e rendere il progetto operativo. Eppure, ciò che emerge con più forza è altro: un rapporto umano fuori dal comune.
Tre anni di incontri, affetto e gesti simbolici
Negli ultimi anni i due si sono visti spesso, sempre con un calore che ha colpito osservatori e stampa. Rama ha da sempre un rapporto privilegiato con l’Italia (basti ricordare l’invio dei medici albanesi durante la pandemia) ma con Meloni il legame ha assunto una dimensione diversa. Il momento spartiacque resta Ferragosto 2023: lei in vacanza blindata in Puglia, lui dall’altra parte dell’Adriatico. La premier prende un traghetto di linea e vola a Valona per passare una giornata con il collega. La foto dei due, vestiti di bianco nelle vie della città, ha fatto intuire che la sintonia personale stesse precedendo quella politica.
Regali, inchini e siparietti che fanno il giro del mondo
Il premier albanese non ha mai nascosto la sua simpatia per Meloni. A gennaio, al vertice di Abu Dhabi, la accoglie con un foulard di seta come dono di compleanno. Ma la scena che ha conquistato i social arriva a maggio, a Tirana: mentre Meloni percorre il tappeto rosso, trova Rama in ginocchio pronto a baciarle la mano. Lei ride: “Edi no! Per favore, no!”. Poi scherza con la stampa: “Lo fa solo perché è più alto di me!”. Una scena iconica, che racconta la natura inedita di questo rapporto.
Un legame destinato a crescere
Tra Italia e Albania oggi scorre un filo personale, politico e simbolico. Meloni sostiene con forza l’ingresso dell’Albania nell’Unione Europea; Rama ricambia con fedeltà politica e disponibilità. Un gioco di equilibri, affetto e strategia che, almeno per ora, funziona meglio di qualunque manuale diplomatico. E mentre gli osservatori provano a decifrare fin dove potrà spingersi questa intesa, una cosa è evidente: tra i due, il protocollo resta sempre l’ultimo a essere invitato.





