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Macron non si dimette: che opzioni ha ora davanti a sé

“Laddove ci sono divisioni, abbiamo bisogno di unità”. Archiviato il governo Barnier, dimissionario a soli tre mesi dal suo insediamento dopo aver ricevuto una mozione di sfiducia, la Francia avrà presto un nuovo premier. Il presidente Emmanuel Macron, nonostante le richieste dell’opposizione, nelle ultime ore, ha escluso categoricamente le dimissioni. Macron si è rivolto ieri alla nazione in un discorso televisivo che ha fatto il giro del mondo: “Il mandato che mi avete democraticamente affidato è di cinque anni e lo eserciterò fino in fondo. La mia responsabilità è quella di assicurare la continuità dello Stato, il buon funzionamento delle nostre istituzioni, l’indipendenza del nostro Paese e la protezione di tutti voi”, ha scandito il presidente francese. Fino al 2027 “abbiamo 30 mesi davanti: siano d’azione”.

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Macron non si dimette: che opzioni ha ora davanti a sé

Il presidente Macron ha annunciato che nei prossimi giorni nominerà un nuovo premier: “Lo incaricherò di formare un governo di interesse generale, che rappresenti tutte le forze politiche che possano parteciparvi o che quantomeno si impegni a non censurarlo”, rimarcando che il nuovo primo ministro dovrà “formare un governo ristretto al vostro servizio” e la sua “priorità sarà il bilancio”. Macron ha assicurato “una legge speciale” da depositare in Parlamento “prima della metà di dicembre”: essa “permetterà, come previsto dalla Costituzione, la continuità dei servizi pubblici e della vita nel Paese. Applicherà le scelte fatte nel 2024 al 2025”. Per il presidente francese, la decisione presa a giugno, dopo le europee, di “sciogliere l’Assemblea nazionale non è stata compresa” ed è una sua responsabilità. Macron ha tuonato: “L’estrema destra e l’estrema sinistra si sono unite in un fronte anti-repubblicano… I deputati del Rassemblement National e del Front Populaire hanno scelto il disordine. Non per fare, ma per disfare”, l’accusa. Macron nel suo eloquio ha dunque poi specificato che non intende affatto dimettersi: “Non mi assumerei mai la responsabilità di altri”.

Macron non si dimette e annuncia un nuovo premier

“Sabato, davanti al mondo intero, celebreremo la riapertura al pubblico di Notre Dame de Paris. E noi siamo riusciti in questo cantiere, che si pensava fosse impossibile”, ha rivendicato il presidente Macron. “Perché c’era una direzione chiara, una volontà. Ognuno ha svolto un ruolo essenziale in una causa che era al di sopra di tutti noi. È la stessa cosa che dobbiamo fare per la nazione, avere una rotta chiara per la salute, la sicurezza, il clima. Una rotta chiara, con un Parlamento che possa trovare un compromesso. Laddove ci sono divisioni, abbiamo bisogno di unità”, ha concluso.

Cosa dovrà fare ora il presidente francese: quattro opzioni

Cosa dovrà fare ora Macron? Al presidente francese toccherà scegliere un successore valido, nonostante gli si chieda da ogni parte di dimettersi. Il parlamento diviso, con anime diverse, rimarrà invariato, dal momento che non si potranno tenere nuove elezioni legislative prima di luglio. Macron dovrà fare i conti con l’attuale composizione dell’Assemblea, che vede l’alleanza centrista vicina al presidente, il Rassemblement National (RN) di estrema destra, e la coalizione della sinistra. Le opzioni sono sostanzialmente quattro, visto che quella delle dimissioni l’ha esclusa lui stesso. La prima sarebbe quella di nominare un nuovo primo ministro che guidi una maggioranza simile più spostata a destra, nella speranza che il RN lo sostenga maggiormente rispetto a quanto ha fatto con Barnier. La seconda chiedere i voti al blocco di sinistra, che però non sembra per nulla intenzionato a garantirglieli. La terza formare un governo tecnico, con figure totalmente estranee ai partiti (ci vorrebbe una sorta di Mario Draghi francese, per intenderci). La quarta, che è la meno probabile, lasciare l’esecutivo Barnier come governo ad interim a lungo termine, per occuparsi degli affari correnti. L’ipotesi più verosimile delle quattro è che Macron scelga di nominare una figura simile al premier dimissionario, ma più vicina al Rassemblement National, come l’attuale ministro della Difesa Sébastien Lecornu. 

Le accuse di Marine Le Pen al presidente Macron

La mozione di sfiducia, presentata dall’estrema sinistra dell’Assemblea nazionale, è arrivata dopo che lunedì il primo ministro aveva imposto l’approvazione di un disegno di legge sul finanziamento della previdenza sociale senza votazione. Con il sostegno decisivo del Rassemblement National di estrema destra di Marine Le Pen, la maggioranza dei 331 deputati della Camera, composta da 577 membri, ha votato per rovesciare il governo. Rivolgendosi direttamente alla nazione dopo il voto, Le Pen ha dichiarato: “Avevamo una scelta da fare e la nostra scelta è quella di proteggere i francesi” da un bilancio “tossico”. Le Pen ha anche accusato Macron di essere “in gran parte responsabile della situazione attuale”, evidenziando che “la pressione sul presidente della Repubblica diventerà sempre più forte”.

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