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Landini: “È l’ora di una vera rivolta sociale”. FdI: “Estremi di un reato”

«Credo che sia arrivato il momento di una vera e propria rivolta sociale perché avanti così non si può più andare. Per noi lo sciopero del 29 novembre non è che l’inizio». Così Maurizio Landini, all’indomani dell’incontro tra Giorgia Meloni e le sigle sindacali rimandato «per motivi di salute della premier». A margine dell’assemblea Nazionale dei delegati Cgil a Milano, questi ha dichiarato: «Il nostro obiettivo non è semplicemente migliorare o cambiare la manovra, il nostro obiettivo è cambiare e migliorare il nostro paese anche attraverso l’uso dei referendum». Landini ha aggiunto: «Le singole persone possono, attraverso il loro voto, decidere di cambiare il loro futuro e il loro destino e questa è una battaglia democratica che si fonda sulla partecipazione democratica e chiede a tutte le persone che hanno bisogno di lavorare per vivere di mettersi assieme per diventare maggioranza».

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Landini: “È l’ora di una vera rivolta sociale”

A proposito della misura relativa al cuneo contributivo Landini ha detto: «Non è che una presa in giro: lo stiamo pagando con i 17miliardi che lo Stato incassa dall’Irpef di lavoratori e pensionati. Sono ridicoli, hanno fatto peggio di Totò che voleva vendere la Fontana di Trevi: se 3 anni fa mi hai dato della scarpe nuove, non puoi ricordarmi ogni anno che erano nuove, perché negli anni si sono consumate». Il sindacalista ha poi speso qualche riflessione sull’incontro col governo slittato a lunedì mattina: «È un incontro che avviene dopo che il governo ha già votato la legge di bilancio l’ha già mandato al Parlamento: ci chiamano per comunicarci quello che hanno deciso oppure ci sono dei margini per produrre dei cambiamenti a quella manovra?».

Per Landini il governo Meloni prende in giro i cittadini

Landini ha anche commentato la vittoria di Trump, definendolo «un voto di rabbia» che si è espressa «a partire da un peggioramento delle condizioni di vita delle persone, da una richiesta di stop alle guerre e di risolvere i problemi quotidiani che le persone hanno». Quanto all’Europa e alle ricadute sulle economia del Vecchio Continente, Landini ha detto: «Coi dazi non si va da nessuna parte. Ma penso che l’Europa abbia un problema suo specifico. L’Europa è una entità geografica e di fronte agli Stati Uniti, la Cina e il resto del mondo, non esiste. E la crisi dell’Italia e dell’Europa nasce proprio da questa assenza». Le recenti dichiarazioni di Landini non sono passate in sordina.

Foti: “Stia molto attento a incitare alla rivolta sociale, perché integra gli estremi di un reato”

“Ci chiediamo con quale coraggio il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, inciti alla rivolta sociale. Stia molto attento a incitare alla rivolta sociale, perché integra gli estremi di un reato, oltre a perdere totalmente la faccia. Capiamo che oggi Landini debba tentare di fare il rivoluzionario in Italia per cercare di scimmiottare i milioni di Americani che col voto la rivoluzione l’hanno fatta davvero”, ha detto il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti. “Dopo l’aumento del suo stipendio di quasi 300 euro al mese alla faccia dei suoi appelli al salario minimo, è rimasto da solo a credere ai suoi esilaranti proclami di insurrezione”, ha concluso.