Alessandro Impagnatiello è stato condannato al massimo della pena per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, che era incinta di sette mesi del loro bimbo Thiago. A commentare la notizia dell’ergastolo il papà della vittima, Franco Tramontano, che uscendo dal tribunale di Milano, ha detto: «Questa è stata la sentenza che ha dato sì giustizia a Giulia, ma le ha ridato anche la dignità». Una decisione che non ha stupito lui e la sua famiglia: «Era impossibile che non ci fosse un ergastolo. Noi siamo venuti qui con quest’idea, e, conoscendo le qualità della presidente della Corte che si sa che è una persona tosta, ce l’aspettavamo».
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Il papà di Giulia Tramontano: “Al cimitero con lei, le mie giornate iniziano tutte così”
Intercettato da «Repubblica», il papà di Giulia Tramontano, ha rilasciato una breve intervista in cui ha ricordato la sua adorata figlia, ha spiegato le sensazioni provate alla vista di Impagnatiello in aula. «Per me nulla, perché quella persona rappresenta il nulla, assolutamente, non mi ha fatto niente, proprio niente, assolutamente», ha spiegato. «Giulia era una ragazza molto riservata, anche nei miei confronti. Aveva un rapporto bellissimo con sua mamma, e con me aveva quasi soggezione. Ricordo una delle ultime occasioni in cui ci siamo visti, lei era a casa mia. Ha chiamato sua mamma, le ha detto: “Mamma, non mi lasciare sola con papà, io mi vergogno”, diceva così perché era incinta… Questa era Giulia: una ragazza troppo riservata, veramente troppo gentile. Continuerà a vivere in noi, questa è una cosa indelebile. In noi e in tantissime altre persone che ci contattano sempre». Difatti «quotidianamente riceviamo lettere e messaggi da persone che neanche conosciamo, è una cosa che ci riempie il cuore. Ci sono persone che anche meglio di noi, pur non avendola mai conosciuta, riescono a dire cosa ha rappresentato Giulia e tutta questa storia terribile».

Il signor Franco e la sua famiglia continueranno ad essere impegnati nella lotta contro la violenza sulle donne
Il papà di Giulia Tramontano ha raccontato come lui, la mogli e gli altri figli, hanno vissuto l’ultimo anno e mezzo: «Mamma mia che domanda difficile… tu vivi ma, in realtà, non vivi. Noi non viviamo. Non viviamo più da allora. La nostra vita oggi è praticamente il lavoro, grazie al quale riusciamo a non stare sempre a pensare alla stessa cosa. Io alla mattina, tutti i giorni, la prima cosa che faccio è andare al cimitero, ho bisogno di stare un po’ con Giulia, con quel pezzo di marmo che mi ricorda mia figlia Giulia. E poi ricomincia la mia giornata, col lavoro, poi torno a casa, e basta. Non esistono feste, non esiste più un divertimento, più nulla». Il signor Franco e la sua famiglia continueranno ad essere impegnati nella lotta contro la violenza sulle donne: «Abbiamo dovuto rinunciare a tante iniziative in memoria di Giulia organizzate per la Giornata contro la violenza sulle donne perché eravamo qui a Milano. Io lo dico sempre che le donne secondo me hanno qualcosa in più. Quindi viva le donne».





