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Gaza, liberati tutti gli ostaggi israeliani: oggi la firma della pace a Sharm el-Sheikh

Un nuovo giorno di speranza si è aperto tra Israele e Gaza, dopo due anni di guerra e devastazione. All’alba di oggi, 13 ottobre 2025, si è conclusa con successo l’operazione di liberazione dei 20 ostaggi israeliani, avvenuta poche ore dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco sancito dal piano di pace promosso dal presidente americano Donald Trump. La giornata si è aperta con immagini di commozione e incredulità: famiglie in lacrime, bandiere israeliane alzate al cielo e una folla immensa riunita per gridare “l’incubo è finito”.

Gli ostaggi liberati e la consegna alla Croce Rossa

I primi a essere liberati, intorno alle 7 del mattino, sono stati i gemelli Gali e Ziv Berman, Matan Angrest, Alon Ohel, Omri Miran, Eitan Mor e Guy Gilboa-Dallal. Tutti sono stati consegnati alla Croce Rossa Internazionale, prima di essere trasferiti in territorio israeliano per i controlli medici e il ricongiungimento con le famiglie. Nel corso della mattinata, anche gli altri 13 ostaggi sono stati rilasciati in base ai termini dell’accordo. In totale, 20 prigionieri israeliani sono tornati a casa dopo oltre due anni di prigionia, segnando uno dei momenti più simbolici di questo lungo conflitto.

Intanto, nel sud di Gaza, centinaia di palestinesi si sono radunati per accogliere i prigionieri che Israele ha deciso di liberare in base alla tregua: circa 2.000 detenuti palestinesi saranno rilasciati nel corso delle prossime ore, molti dei quali già oggi.

Trump: “È l’alba di un nuovo giorno. La guerra è finita”

Presente oggi in Israele, Donald Trump ha parlato alla Knesset prima di volare in Egitto, dove nel pomeriggio è prevista la firma ufficiale dell’accordo di pace insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu e al presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). «È l’alba di un nuovo giorno. La guerra è finita. Vorrei andare a Gaza, per vedere la pace da vicino», ha dichiarato il presidente americano, accolto da un lungo applauso. Secondo gli analisti, il discorso di Trump segna una svolta storica: il piano da lui promosso, sostenuto da Egitto, Qatar e Turchia, rappresenta il più ambizioso tentativo di stabilizzare la regione dal 2021.

La mediazione araba e i retroscena dell’intesa

L’incontro di oggi al resort di Sharm el-Sheikh è stato fortemente voluto dai mediatori arabi e autorizzato dal presidente americano. Come riporta Axios, uno degli ostacoli principali alla firma del cessate il fuoco era il timore di Hamas che, una volta liberati gli ostaggi, Israele potesse riprendere i bombardamenti. Solo dopo lunghe trattative e garanzie scritte da parte degli Stati Uniti e dell’Egitto, la leadership del movimento palestinese ha accettato l’intesa. Fonti diplomatiche rivelano che il testo finale dell’accordo prevede tre fasi:

  • il rilascio completo degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi;
  • il ritiro graduale delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza;
  • l’avvio di un processo politico supervisionato da una forza di stabilizzazione internazionale, con la partecipazione anche di contingenti italiani.

Cosa succede ora: l’attesa per la firma della pace

Nel pomeriggio, sotto la guida del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, si terrà la cerimonia di firma del piano Trump. L’accordo, se confermato, aprirà la strada alla ricostruzione di Gaza e alla creazione di un governo palestinese di transizione sostenuto dalla comunità internazionale.
In Italia e in Europa, i governi parlano di una “giornata storica”. Ma sul terreno la tensione resta alta: nonostante la tregua, a Gaza si registrano ancora scontri isolati e la popolazione civile continua a vivere in condizioni drammatiche. Per molti, tuttavia, quella di oggi resta una data simbolica: 13 ottobre 2025, il giorno in cui la guerra più lunga degli ultimi anni in Medio Oriente ha finalmente visto una luce di pace.