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Fine vita, via libera al Ddl: cosa prevede il testo

Il disegno di legge sul fine vita è stato adottato come testo base dalle Commissioni Giustizia e Sanità del Senato, dopo il voto espresso questa mattina a Palazzo Madama. Il testo introduce alcune novità sostanziali rispetto alla bozza iniziale. Sarà il nuovo Comitato nazionale di valutazione – e non più il Comitato etico – a esprimersi sui singoli casi, valutando se i pazienti abbiano i requisiti per accedere all’assistenza al fine vita. Si accorciano anche i tempi: la procedura dovrà concludersi entro 90 giorni, contro i 120 previsti inizialmente. Inoltre, il termine per ripresentare la domanda in caso di diniego si riduce drasticamente, passando da quattro anni a sei mesi.

Comitato nominato dal Governo, la sinistra: “Troppo politicizzato”

Il nuovo Comitato continuerà a essere nominato dal Governo, attraverso decreti del presidente del Consiglio dei ministri, un aspetto che la sinistra contesta apertamente, ritenendolo un elemento di eccessiva politicizzazione su un tema che tocca la libertà individuale e la dignità della persona.

Cure palliative disponibili ma non obbligatorie

Un’altra modifica riguarda le cure palliative, che non saranno più obbligatorie, ma rese disponibili per i pazienti che ne faranno richiesta. L’articolo 3 del testo disciplina come garantirne l’accesso, puntando a evitare diseguaglianze territoriali, viste le disparità tra le diverse Regioni italiane. A sottolineare il nodo centrale della questione è Filippo Anelli, presidente della Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), che interviene sul Ddl ai microfoni di Adnkronos Salute: «C’è una sentenza della Corte Costituzionale che sottolinea il rispetto della dignità delle persone, soprattutto di quelle meno abbienti, per evitare ogni tipo di discriminazione. Questi casi non sono tantissimi, anche per le limitazioni previste dalla Corte. Per questo il servizio deve essere garantito a tutti».

Anelli: “Troppa ideologia, il Ssn è il luogo dove si tutela la dignità”

Anelli critica l’eccessiva polarizzazione del dibattito: «Ultimamente vedo che la discussione si è troppo ideologizzata, e questo rende tutto più difficile». Il presidente della Fnomceo sottolinea come la decisione sul fine vita sia delicata e intima, e debba prescindere dalle condizioni economiche della persona. Il Ddl stabilisce che «il personale in servizio, le strumentazioni e i farmaci di cui dispone il Sistema Sanitario Nazionale non possono essere impiegati al fine della agevolazione del proposito di fine vita». Una condizione che Anelli contesta apertamente: «Chi prende una decisione così importante ha necessità di veder rispettata la propria dignità, al di là delle possibilità economiche. Il Ssn, con tutti i suoi limiti, è il luogo che tutela questa dignità, grazie ai medici e agli infermieri che vi lavorano».

Il disegno di legge ora prosegue il suo iter parlamentare, ma il dibattito è destinato a restare acceso. Tra esigenze etiche, diritti individuali e accesso equo alle cure, la sfida è trovare un equilibrio tra legalità, umanità e responsabilità pubblica.