Scatta l’allarme sanitario a Torino per un focolaio di tubercolosi scoperto all’interno dello Spazio Neruda, lo stabile occupato di via Ciriè 7. L’Asl Città di Torino ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica ipotizzando il reato di epidemia colposa. Un atto dovuto – spiegano dall’azienda sanitaria – viste le dimensioni del contagio e il numero delle persone coinvolte.
Meno di dieci i casi accertati, tra cui due bambini
Secondo le prime informazioni, il focolaio riguarderebbe meno di dieci persone, tra cui due minori.
La gestione dei casi è stata affidata all’ospedale Amedeo di Savoia, centro di riferimento regionale per le malattie infettive, che sta seguendo le procedure di profilassi previste dai protocolli ministeriali. Le autorità sanitarie hanno avviato anche un monitoraggio esteso tra gli occupanti dello stabile, dove vivono circa centoventi persone, molte delle quali in condizioni abitative precarie.
La polemica politica: “Un’emergenza di salute pubblica”
L’emergere del focolaio ha subito innescato uno scontro politico. L’assessore regionale al Welfare Maurizio Marrone (FdI) ha puntato il dito contro la giunta comunale: “Evidentemente la copertura politica del centrosinistra alla guida del Comune verso le occupazioni antagoniste è diventata ormai un’emergenza di salute pubblica”. Marrone ricorda che l’immobile di via Ciriè è proprietà comunale e che, di conseguenza, “il sindaco Stefano Lo Russo deve intervenire, assumendosi la responsabilità della situazione”.
Un’occupazione che dura da dieci anni
Lo Spazio Neruda è occupato dal 2015. Negli anni lo stabile ha ospitato famiglie, migranti e attivisti legati ai movimenti antagonisti torinesi. Oggi al suo interno vivrebbero circa 120 persone, inclusi numerosi bambini. Le autorità sanitarie stanno valutando l’ipotesi di un trasferimento temporaneo per consentire una sanificazione completa dei locali e interrompere la catena di contagio.
L’inchiesta
La Procura di Torino dovrà ora accertare se vi siano omissioni o negligenze nella gestione sanitaria e amministrativa dello stabile. Le indagini, coordinate dai carabinieri del Nas e dai tecnici dell’Asl, si concentreranno sulle condizioni igieniche dell’edificio e sullo stato di salute degli occupanti. In attesa dei risultati, l’Asl invita alla calma: “La situazione è sotto controllo e non esistono rischi per la popolazione generale”.





