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Il generale Camporini loda le proposte di Draghi sulla Difesa: i punti salienti

Qualche giorno fa «Il Foglio» ha intervistato il generale Vincenzo Camporini che ha definito «apprezzabili» le proposte elaborate da Mario Draghi nel suo lavoro sulla competitività europea, in particolar modo quelle nel campo della Difesa. A detta di Camporini l’ex numero uno della Bce ha delineato “una politica che potrà rendere molto più efficace e performante la capacità tecnologica a sviluppare sistemi d’arma per le future necessità dell’Unione europea”.

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Il generale Camporini loda le proposte di Draghi sulla Difesa

L’ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare e della Difesa ha letto le anticipazioni sul dossier curato da Draghi pubblicate da «Politico» e rilanciate da altri quotidiani, e si è convinto che le misure individuate dall’ex presidente del Consiglio italiano siano indispensabili per lo sviluppo del settore. “La spesa quest’oggi non solo è insufficiente. Ha anche un rendimento molto basso perché il procurement europeo è fatto su basi nazionali, senza così poter ottenere adeguate economie di scala. Questo spiega perché si preferisca spendere soldi negli Stati Uniti. Lì gli F-35 di quinta generazione hanno un costo che è almeno il 30 per cento in meno degli Eurofighter europei, che sono alla quarta generazione”, ha detto Camporini a «Il Foglio». Il generale ha definito parecchio interessante l’idea di Draghi di procedere a più ampie fusioni tra aziende europee per poter acquisire competitività a livello internazionale. Un’altra soluzione giudicata positivamente è la creazione di un’autorità per l’industria della Difesa a livello centrale, che si occupi di appalti a livello europeo. Anche se Camporini si è detto certo che tale proposta sia destinata a scontrarsi con delle resistenze non solo delle singole industrie nazionali.

“Così si arriva a una maggiore integrazione”

L’ex capo di stato maggiore della Difesa, membro dell’Istituto Affari Internazionali e della Fondazione Italia-Usa giudica pregevole le iniziative di Draghi: “Oggi come oggi i reparti militari dei singoli paesi quando operano insieme non possono supportarsi dal punto di vista logistico. Questo perché le catene logistiche sono separate. Vuol dire che, per esempio, in Afghanistan, se un blindato tedesco aveva bisogno di un pezzo di ricambio doveva rivolgersi in Germania e non ai contingenti italiani. E viceversa”. Le misure proposte dall’ex banchiere centrale potrebbero dunque servire ad accelerare il processo di integrazione che possa un giorno portare ad una Difesa comune europea.