Press "Enter" to skip to content

Delitto di Garlasco, nuova inchiesta e tre interrogatori in contemporanea: spunta l’ipotesi del delitto a più mani

Un nuovo capitolo si apre nel caso del delitto di Garlasco, a quasi 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa nella sua abitazione il 13 agosto 2007. Nella giornata di lunedì 20 maggio 2025, la Procura di Pavia ha convocato Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni, e Andrea Sempio, oggi 37enne, nuovo indagato nell’indagine riaperta. Contemporaneamente, a Venezia è stato sentito come testimone Marco Poggi, fratello della vittima e amico di Sempio.

Una strategia, quella degli interrogatori simultanei, pensata per evitare fughe di notizie e blindare le prossime mosse di un’inchiesta che si sta muovendo con prudenza ma determinazione. Al centro del lavoro della Procura – guidata dal procuratore Fabio Napoleone, con l’aggiunto Stefano Civardi e le pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza – vi è l’ipotesi che Chiara Poggi sia stata uccisa non da una sola persona, ma da più soggetti.

L’indagine: Sempio presente sulla scena del crimine?

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’attenzione degli inquirenti si concentra su Andrea Sempio, il cui DNA era già stato rilevato sotto le unghie della vittima ma ritenuto non significativo nelle indagini precedenti. Oggi quella traccia viene riletta alla luce di altri elementi che, secondo i magistrati, potrebbero geolocalizzare l’uomo nella villetta di via Pascoli al momento dell’omicidio.

Tra questi elementi ci sarebbero:

  • uno scontrino del parcheggio di Vigevano, datato 13 agosto 2007, con orario 10:18 (Chiara è morta tra le 9:12 e le 9:35);
  • la vicinanza geografica tra la casa di Sempio e il luogo del ritrovamento dello scontrino (circa 16 km);
  • tre telefonate brevi effettuate da Sempio al telefono fisso dei Poggi nei giorni precedenti il delitto, giustificate come tentativi di contattare Marco Poggi, che però – sapeva essere in vacanza con i genitori;
  • altri elementi tecnici e investigativi di cui la Procura non ha ancora reso noti i dettagli.

Secondo l’ipotesi accusatoria, Sempio potrebbe aver avuto un ruolo attivo nell’aggressione, forse a seguito di una colluttazione con la vittima.

Alberto Stasi ascoltato come testimone assistito

In parallelo, è stato convocato anche Alberto Stasi, che sta finendo di scontare la pena per l’omicidio. È stato sentito come testimone assistito, figura giuridica che consente di essere ascoltati pur restando tutelati da potenziali nuovi sviluppi.

La sua difesa, tramite l’avvocata Giada Bocellari, ha dichiarato: “Alberto è sereno e a disposizione dell’autorità giudiziaria, risponderà”. Il contributo di Stasi potrebbe essere utile a ricostruire la rete di rapporti tra Chiara e gli amici del fratello Marco, e verificare chi frequentava abitualmente la casa.

Marco Poggi sentito a Venezia, dragato un canale a Tromello

Intanto, Marco Poggi, fratello della vittima, è stato sentito a Venezia, dove oggi risiede. Ha dovuto ripercorrere ancora una volta quella mattina d’agosto che ha segnato in modo indelebile la sua vita.

Nel frattempo, i carabinieri del nucleo investigativo di Milano, su indicazione di un testimone, hanno effettuato una perquisizione in un canale a Tromello, poco lontano da Garlasco, dove sarebbe stata gettata l’arma del delitto. Sono stati rinvenuti un martello da muratore e altri oggetti ora al vaglio dei RIS.

Le parole del ministro Nordio

A margine di un evento a Milano, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha commentato con cautela:
“Quando assistiamo a vari rinvii effettivamente questo suscita delle perplessità. Una volta si diceva che il tempo è padre di verità, ma molte volte il tempo è padre di oblio. Più il tempo passa, più diventa difficile ricostruire un fatto.”
E aggiunge: “Non voglio intervenire su un’inchiesta in corso, ma quando un giudice ha già dubitato al punto da assolvere, è difficile che si possa condannare oltre ogni ragionevole dubbio.”

Delitto di Garlasco, verso una possibile svolta?

Le tre convocazioni simultanee del 20 maggio rappresentano un segnale forte da parte della Procura. La riapertura del caso, oggi fondata su indizi vecchi e nuovi rianalizzati alla luce delle tecnologie più moderne, potrebbe rimettere in discussione una verità giudiziaria già consolidata, ma mai del tutto accettata da parte dell’opinione pubblica.


Fonti: Corriere della Sera, ANSA, dichiarazioni ufficiali Procura di Pavia, dichiarazioni stampa avvocati
Ultimo aggiornamento: 20 maggio 2025