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Dove sono finiti i “trombati” del M5s: la nuova vita di Luigi Di Maio &Co

Che fine ha fatto Luigi Di Maio? Dove son finiti i vari Tonninelli, Azzolina e Bonafede? Gli ex grillini, che tanto peso hanno avuto nella precedente legislatura, hanno trovato un nuovo impiego dopo le elezioni del 2022? Interrogativi legittimi. Non pochi sui social (ma anche al bar o alla fermata dell’autobus) addirittura ironizzano: «Avranno chiesto il reddito di cittadinanza». C’è chi ci va più cauto: «Ce li ritroveremo, questi escono dalla porta e rientrano dalla finestra». Qualcuno ha esultato (perché negarlo?): «Almeno queste votazioni son servite a qualcosa». E mentre il popolo parla, nei palazzi si bisbiglia sui pentastellati “trombati”. I lettori perdonino l’espressione volgare: non ce n’è però un’altra per esprimere al meglio la situazione in cui versano Giggino &Co.

Partiamo proprio da lui, l’ex numero uno del M5s. Il ministro degli Affari Esteri del governo Draghi ha deciso di abbandonare i social: i più maligni dicono per sfuggire allo sfottò dei detrattori che lo vorrebbero di nuovo allo Stadio San Paolo di Napoli a vendere le bibite; quelli che per lui provano una certa simpatia credono che invece dietro la scelta ci sia la volontà di emulare l’ex banchiere centrale, che, sparito dai radar, si è ritirato nel suo casolare di Città della Pieve. Pare, tuttavia, che Di Maio non abbia nessuna intenzione di restare in panchina. Chi lo conosce giura che l’ex ministro sia già alla ricerca di una seconda chance. Dopo l’uscita dal Movimento 5 Stelle e l’esclusione dalla vita politica, voluta dagli elettori, che hanno bocciato il suo nuovo partito, questi è candidato alla carica di Inviato Speciale Ue per il Golfo Persico. Un posto internazionale di spessore, non c’è che dire. Il giovane partenopeo però rischia di veder schiantati i suoi sogni di vittoria: Di Maio non avrebbe tutti i requisiti richiesti per un lavoro di alto profilo come quello. L’ex grillino infatti non si è mai laureato, a detta sua proprio per dedicarsi anima e corpo alla politica (quando si dice non avere un piano B) e non ha alcuna certificazione per le lingue straniere.

A mettere i bastoni tra le ruote a Di Maio ci si son messi tre ex-colleghi Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato e Ignazio Corrao, eurodeputati eletti nel M5s, che però oggi fanno parte del gruppo Green/Efa. Questi ultimi hanno presentato un’interrogazione rivolta al Consiglio dell’Ue per sottolineare la non idoneità di Giggino al prestigioso ruolo. «Perché una persona come Di Maio, che avrebbe a malapena i titoli per uno stage, dovrebbe rappresentarci in un’area strategica come quella del Golfo?… Sarebbe l’esempio peggiore, l’ennesimo, che può dare il nostro Paese agli occhi del mondo intero, oltre che a quelli di tantissimi ragazzi che credono nella meritocrazia», scrivono i tre. Di Maio – e lo diciamo senza piglio polemico – avrebbe soltanto la cittadinanza italiana come requisito. Non bisogna tuttavia sottovalutare un altro aspetto: negli anni a Palazzo Chigi l’ex ministro ha tessuto importanti contatti. Gli torneranno utili?

Un’altra silurata è Lucia Azzolina, già ministra dell’Istruzione nel governo giallorosso, guidato da Giuseppe Conte. Vista la mancata conferma, la donna è tornata a fare il mestiere che esercitava prima dell’approdo in Parlamento: la preside. Da un paio di mesi dirige un istituto superiore a Siracusa. In una recente intervista su Radio Uno l’Azzolina si è detta «felice di poter rientrare nel mio mondo, a contatto coi ragazzi». Anche l”ex ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Tonielli, è tornato al suo vecchio lavoro. Prima di intraprendere la carriera politica era infatti un liquidatore di sinistri presso una compagnia di assicurazioni. E a Milano, secondo quanto riferito dal «Corriere della Sera», avrebbe ora aperto un’agenzia tutta sua. Chi è uscito dalla politica per far rientro al suo “mondo” è anche Alfonso Bonafede. L’ex ministro della Giustizia lavora di nuovo nel suo studio legale a Firenze. Anzi, secondo i rumors, si sarebbe allargato, aprendo una sede anche nel capoluogo lombardo.

Francesco D’Uva che in passato è stato anche capogruppo del M5s oggi è ufficiale della Marina Militare. Si tratta di un posto per cui aveva vinto un concorso prima ancora di arrivare a Montecitorio. Chi invece ha cambiato completamente rotta, buttandosi alle spalle il passato, è Giuseppe Brescia, ex presidente della commissione Affari costituzionale, che con Michele Dell’Orco (già sottosegretario al ministero dei Trasporti) ha aperto un ristorante nel centro della capitale, dietro piazza Cavour. C’è da scommettere che qualche romano vi si recherà a mangiare una volta, anche solo per curiosità. Scommessa vinta in partenza dunque.