Roma, estate torrida, e una notizia che scotta quanto l’asfalto sotto il sole. In un appartamento della città, una donna con doppia cittadinanza cercava da settimane di sottrarsi ai riflettori e a un mandato d’arresto internazionale. Ma il silenzio è durato poco. Le autorità italiane sono entrate in azione e hanno posto fine alla sua breve latitanza. A finire in manette è stata una figura politica, legata a una delle stagioni più turbolente della recente storia brasiliana. Una deputata che si definisce “perseguitata politica”, ma che per la giustizia del suo paese è una criminale condannata.
Chi è Carla Zambelli e perché è stata arrestata
Si chiama Carla Zambelli, deputata brasiliana di origine italiana e volto ben noto della destra bolsonarista. È stata arrestata a Roma su mandato dell’Interpol, che la cercava per una condanna a dieci anni di carcere inflitta in Brasile. Zambelli, membro del partito dell’ex presidente Jair Bolsonaro, era fuggita dal Brasile dopo una sentenza pronunciata nel maggio scorso. Secondo l’accusa, avrebbe preso parte a un attacco hacker ai danni del sistema giudiziario nazionale. La Corte suprema del Brasile non ha avuto dubbi sulla sua colpevolezza e ha richiesto ufficialmente la sua estradizione.
La posizione dell’Italia e il nodo dell’estradizione
Sebbene sia stata arrestata, Zambelli non verrà riconsegnata immediatamente al Brasile. La giustizia italiana dovrà prima valutare se la richiesta di estradizione soddisfi tutti i criteri previsti dai trattati bilaterali firmati tra i due paesi. A inoltrare formalmente la richiesta è stato il giudice Alexandre de Moraes della Corte suprema brasiliana. Lo stesso giudice ha disposto non solo la detenzione definitiva della deputata, ma anche la decadenza dal mandato parlamentare. Tuttavia, ha assicurato che Zambelli non sarà sottoposta a trattamenti degradanti, come ha precisato la giornalista Mônica Bergamo sul quotidiano Folha de São Paulo.
Dalla fuga all’arresto: il ruolo di Angelo Bonelli
Il 5 giugno scorso, la deputata era arrivata in Italia, presumibilmente per rifugiarsi facendo leva sulla sua cittadinanza italiana. Ma a tradirla è stato un indirizzo, comunicato alle forze dell’ordine italiane dal politico ecologista Angelo Bonelli, esponente di Alleanza Verdi Sinistra. Bonelli aveva segnalato via social la presenza della donna in una casa romana. «Carla Zambelli è in una casa a Roma. Ho comunicato alla polizia l’indirizzo ed in questo momento la polizia ha identificato Zambelli», aveva scritto. Poche ore dopo è scattato il blitz.
“Sono stata incastrata”: la versione di Zambelli
Prima dell’arresto, la deputata aveva rilasciato una intervista a La Repubblica, in cui ha respinto ogni accusa. Ha sostenuto di essere vittima di una persecuzione politica orchestrata dalla magistratura brasiliana, in particolare dal giudice che l’ha condannata, definito “un dittatore”. «Non c’è nessuna prova contro di me. Sono stata incastrata. Io sono la più votata in Brasile, ho preso un milione di voti», ha dichiarato. Parole che alimentano la narrazione, cara ai sostenitori di Bolsonaro, di una giustizia politicizzata, ma che non sembrano aver convinto gli inquirenti italiani, che hanno dato esecuzione al mandato.
Una vicenda internazionale destinata a far discutere
L’arresto di Carla Zambelli apre ora un fronte diplomatico e giudiziario tra Italia e Brasile. Da una parte, la Corte suprema brasiliana chiede l’immediato rientro in patria di una condannata per reati gravi. Dall’altra, la giustizia italiana si prepara a esaminare ogni elemento prima di concedere l’estradizione. Una cosa è certa: il caso ha tutte le caratteristiche del thriller politico. Un personaggio di spicco, una fuga internazionale, un’arresto in piena estate romana, e una difesa che si dichiara innocente e perseguitata. Ma al di là delle parole, saranno i documenti e i trattati a decidere il futuro della deputata. E stavolta, non basterà un milione di voti per evitare la giustizia.





