Dal 22 novembre 2005 all’8 dicembre 2021 è stata la prima donna del suo Paese. Oggi Angela Merkel, come tutti gli ex cancellieri, ha diritto da protocollo al titolo di Cancelliera. Kohl, anche dopo la fine del suo mandato, amava farsi chiamare Cancelliere e pretendeva anche che venisse citato il suo titolo di Dottore. Lei preferisce, invece, semplicemente Signora Merkel. In un’intervista concessa a «Sette», l’ex politica ha ripercorso la sua carriera e ricordato alcuni episodi salienti, come quando nel 2019 quando mentre accoglieva il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, è stata colta da un improvviso tremore, molto forte: «In ogni caso è stato un momento difficile. In un certo senso è stato come perdere i sensi per un istante, per di più in un’occasione ufficiale, durante l’esecuzione degli inni nazionali. Probabilmente avevo accumulato molta tensione. Era morta mia madre e io avevo avuto troppo poco tempo per assisterla nelle sue ultime settimane di vita. Inoltre faceva molto caldo e come sempre gli obiettivi delle macchine fotografiche erano puntati su di me come canne di fucile. Improvvisamente hanno suscitato in me la sensazione di essere completamente trasparente».

«Era qualcosa che non ero in grado di razionalizzare. Era già quasi la fine del mio mandato, avevo già deciso di non ricandidarmi. E tutto sommato era un altro segnale che la decisione era quella giusta», ha confessato sempre Angela Merkel, che ha riferito di essersi recata poi da un medico per accertarsi che neurologicamente fosse tutto a posto. Forse una delle rare occasioni in cui la cancelliera si è lasciata sopraffare dalla signora Merkel. Durante il suo cancellierato, ci sono state diverse crisi: «Nei miei ricordi, i primi due anni sono stati molto tranquilli, poi è iniziata la crisi finanziaria globale, c’è stata la crisi dell’euro, le notizie sul clima andavano via via peggiorando. Dopo la prima relazione del Club di Roma sembrava ancora che in realtà le cose andassero un po’ meglio del previsto. Ad ogni rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico IPCC, tuttavia, la situazione si faceva più allarmante, al punto da chiedersi se ci fosse e ci sia ancora il tempo di reagire adeguatamente. Forse però le crisi sono anche normali, abbiamo solo vissuto alcuni anni fuori dalla norma».

Alla sua prima apparizione pubblica post cancelleria, Merkel ha dichiarato che già nel 2007 aveva capito che Vladimir Putin non conosce che un linguaggio quello della forza: «Tutti noi sapevamo che era un conflitto congelato, che il problema non era risolto, ma proprio questo ha dato all’Ucraina tempo prezioso. Naturalmente, oggi ci si può chiedere perché in una situazione simile sia stata approvata la costruzione del gasdotto Nord Stream 2», ha spiegato l’ex politica tedesca. Perché? Tanti fattori: «Da un lato l’Ucraina riteneva molto importante mantenere il proprio ruolo di Paese di transito per il gas russo. Voleva che il gas passasse attraverso il suo territorio e non attraverso il Mar Baltico. Oggi sembra che ogni molecola di gas russo sia il demonio. Allora non era così, il gas era conteso. Dall’altro non era stata la Repubblica federale tedesca a richiedere le autorizzazioni per Nord Stream 2, erano state le aziende. Per il governo e per me si trattava di decidere se, come atto politico, promulgare o meno una nuova legge per negare l’autorizzazione a Nord Stream2», ha chiarito. Cosa glielo ha impedito? «Innanzitutto un rifiuto, abbinato agli Accordi di Minsk, avrebbe inasprito i rapporti con la Russia. D’altro canto la dipendenza energetica è nata perché c’era meno gas proveniente da Olanda e Gran Bretagna e le quantità estratte in Norvegia erano limitate».

Una donna ottimista: «Il mio motto in politica è sempre stato: ce la faremo. Perciò, da politica, non mi sono mai occupata di scenari catastrofici, ma ho sempre cercato soluzioni». Nell’intervista a «Sette» Merkel ha dichiarato di accettare le critiche e ha detto anche che non è pentita delle decisioni assunte, nemmeno della scelta di accogliere i rifugiati nel 2015: «Ho aiutato persone che bussavano alla porta. Lo rifarei». È orgogliosa del lavoro svolto: «Ho vissuto momenti meravigliosi, anche stancanti. Ma è stata un’esperienza fantastica: a chi capita di diventare Cancelliera? L’ho sempre fatto con gioia e oggi tuttavia c’è di nuovo una certa tensione che mi fa dire: che altro può succedere?».





