Il mare è calmo, il sole brucia alto nel cielo e le spiagge si riempiono. Ma a rovinare la festa, ancora una volta, ci pensa un nemico invisibile. Si chiama Ostreopsis ovata e quando prolifera, le acque cristalline si tingono di torbido, l’aria diventa irrespirabile e la pelle comincia a prudere. Un’estate rovente, sì, ma anche a rischio tossine. Lungo le coste italiane, l’alga tropicale ha rialzato la testa, favorita dalle alte temperature e dalle condizioni di mare piatto. Le autorità sanitarie sono in allerta e i monitoraggi dell’ARPA confermano: il fenomeno è in crescita e riguarda un numero sempre più ampio di litorali.
Che cos’è l’Ostreopsis ovata e perché preoccupa
Questa alga unicellulare, originaria delle acque tropicali, è praticamente invisibile a occhio nudo. Ma quando fiorisce in modo massivo, come sta accadendo in questi giorni, può trasformare il mare in una distesa opalescente e schiumosa, sprigionando tossine pericolose per l’uomo. Il principale nemico è una sostanza chiamata ovatossina, simile alle famigerate palitossine. Può entrare nell’organismo per inalazione, attraverso l’aerosol marino, oppure per contatto diretto con l’acqua contaminata. Nei casi più gravi, può diffondersi anche per via alimentare, se si consumano molluschi, crostacei o pesci infetti.
I sintomi: quando la spiaggia non è più un rifugio
I disturbi associati alla presenza dell’Ostreopsis ovata sono vari e insidiosi:
- Tosse secca, mal di gola, congestione nasale
- Congiuntivite e irritazioni agli occhi
- Dermatiti e prurito cutaneo
- Nausea, stanchezza, febbre e malessere generale
Per i soggetti più vulnerabili, in particolare asmatici e allergici, l’esposizione può tradursi in un vero e proprio attacco respiratorio. Nei casi di intossicazione alimentare, possono comparire vomito, diarrea, spasmi muscolari e difficoltà respiratorie. Il lato positivo? I sintomi tendono a regredire rapidamente una volta abbandonata l’area esposta. Ma quando la concentrazione dell’alga supera determinate soglie, la situazione diventa critica.
Dove è più pericolosa: le zone in allerta
I dati più recenti delle ARPA regionali raccontano una diffusione sempre più ampia dell’alga tossica. Ecco le aree più colpite:
- Liguria: rilevamenti oltre i 10.000 cellule/litro lungo la Riviera di Ponente e nel levante genovese, da Bordighera a Camogli fino a Sestri Levante. È scattata la fase di allerta.
- Toscana: picco di 18.000 cellule/litro a Massa Centro. In calo, invece, i valori alla foce del Ricortola.
- Puglia: segnalazioni a Bisceglie e Otranto, con valori sotto la soglia critica ma comunque monitorati.
- Sicilia: a Vergine Maria (Palermo) si registrano ben 27.000 cellule/litro, mentre a Erice, in provincia di Trapani, si è arrivati a 13.000 cellule/litro.
In tutto, l’alga è stata rilevata in 11 regioni costiere su 15. Si salvano per ora Emilia Romagna, Marche, Molise e Veneto.
Quando si entra in emergenza
Le Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità indicano con precisione le soglie di rischio:
- Allerta: tra 10.000 e 30.000 cellule/litro con condizioni favorevoli alla fioritura (mare calmo, caldo persistente).
- Emergenza: oltre le 30.000 cellule/litro con aerosol marino e spruzzi intensi; o oltre 100.000 cellule/litro, anche con mare calmo.
- Attenzione anche alla presenza visibile di materiale denso in superficie: è il segno che l’alga si sta espandendo rapidamente.
Un fenomeno legato ai cambiamenti climatici
Quella dell’Ostreopsis ovata non è solo una questione sanitaria, ma anche un segnale ambientale. Il suo ritorno ciclico e l’espansione geografica sono strettamente legati al riscaldamento delle acque, ai mutamenti degli ecosistemi marini e alla tropicalizzazione del Mediterraneo.
Conclusione: vigilanza, informazione e buon senso
Fino a settembre e forse oltre sarà fondamentale monitorare costantemente le acque, seguire le indicazioni delle ARPA e adottare comportamenti prudenti. Le vacanze al mare devono restare un piacere, non trasformarsi in un rischio per la salute. L’alga non si vede, ma si sente. E ci ricorda che la natura va rispettata, anche quando siamo in costume da bagno.





