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Mattarella da Bruxelles: promossi i valori Ue, rimandate Meloni e Schlein


Il capo dello stato Sergio Mattarella riempie il vuoto di leadership lasciato da Meloni e Schlein. Non si può non essere d’accordo con l’editoriale firmato da Mario Lavia su «Linkiesta» che evidenzia quest’aspetto. Da Bruxelles è arrivata una lezione sia per la premier italiana (nonché guida di FdI) che per la leader del Pd. L’intervento del Presidente della Repubblica nella capitale dell’Unione è stato misurato nei toni e netto nella sostanza.

«Se l’Europa non c’è, arriveranno altri attori», ha detto Mattarella, evocando con calma la Russia e, tra le righe, persino lo spettro di un’America trumpiana sempre più isolazionista e ostile. Un monito che suona come una sveglia. Un “Nessun dorma”, per dirla con le parole che lui stesso aveva scelto a Coimbra, e che Ursula von der Leyen ha rilanciato con deferenza e preoccupazione.

Intanto, a casa nostra, la premier Meloni si barcamena tra vertici mancati, silenzi strategici e un posizionamento che sembra più tattico che geopolitico. E Schlein? Più impegnata a smarcarsi che a incidere. Il risultato è un vuoto di rappresentanza che il Quirinale, ancora una volta, è costretto a colmare. Non è una novità, ma stavolta il contesto è esplosivo: guerra in Ucraina, crisi a Gaza, minacce ibride, dossier su difesa comune e competitività europea (con i rapporti di Draghi e Letta sul tavolo), e un elettorato che osserva, disilluso.

Così, mentre Mattarella incontra Metsola, Costa, la Commissione, e rilancia il ruolo dell’Italia in Europa, il governo temporeggia, l’opposizione tace, e le orecchie delle due leader italiane – come ha scritto Mario Lavia su Linkiesta – non possono che fischiare. Non si tratta solo di “chi va a Bruxelles”. Il punto è come ci si va. Il Presidente Mattarella lo fa con la dignità sobria di chi sa che in politica estera la credibilità si costruisce con coerenza e presenza, non con la propaganda. E forse si augura, più che aspettarsi, che da Palazzo Chigi e da via del Nazareno qualcuno stia prendendo appunti. Perché, se Mattarella non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Ma non basterebbe.