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Andrea Camilleri, la nipote: «Ero i suoi occhi, le sue mani»

Il 17 luglio del 2019, all’età di 97 anni, moriva una delle penne più belle della letteratura italiana, scrittore, sceneggiatore, regista, drammaturgo, un intellettuale a 360°, che sapeva come arrivare al grande pubblico. Stiamo parlando di Andrea Camilleri, il papà de “Il Commissario Montalbano”. In un’intervista uscita oggi, lunedì 26 giugno 2023, sul «Corriere della Sera», Arianna, figlia di Rocco Mortelliti e di Andreina Camilleri, nipote dell’intellettuale scomparso, ha tracciato una meravigliosa descrizione del nonno, raccontando episodi curiosi e retroscena inediti.

Andrea Camilleri, la nipote Arianna: «Ero i suoi occhi, le sue mani»

Arianna Mortelliti è stata accanto ad Andrea Camilleri fino alla fine: «Amato per una vita. E seguito da vicinissimo nel suo ultimo anno, fra 2018 e 2019. Non mi staccavo più quando, già cieco da tempo, dopo la rottura di un femore, era costretto sulla sedia a rotelle». Gli stava sempre accanto quando lui al computer lavorava nel suo studio di Roma. La giovane ha spiegato come sono nati gli ultimi libri di Camilleri: «Sono stata i suoi occhi. E le sue mani. Lui dettava, io battevo sui tasti, poi leggevo a voce alta, correggevamo insieme, rileggevo… Diventando sempre più amici e confidenti. Un’esperienza che mi ha legato ancora di più a quel nonno meraviglioso ritrovato nella foto». Arianna Mortelliti ha spiegato di aver trovato delle carte inedite del nonno, che non è escluso possano venire pubblicate: «Ho trovato un suo libricino del 1994 “Storie per Arianna”, filastrocche molto divertenti. Le stesse che mi raccontava. Scritte per me. Esiste solo per me. Un tesoro».

Tra loro c’era una grande complicità

Un ricordo intimo? «Nonno faceva il riposino pomeridiano. Vizio che ho ereditato. Già da piccola alle 15.30 lo svegliavo con il caffè. Mi lasciava il fondo di zucchero. Io ghiotta. Con un cucchiaino assaporavo e lui cominciava a raccontare di gnomi, animali, personaggi di invenzione…». Tra loro c’era una grande complicità: «Il sabato era il nostro giorno. Sapevo di trovarlo all’uscita della scuola sempre seduto sulla panchina. Pronto a comprarmi le patatine al formaggio prima di andare a tavola. Cosa vietata da mia madre. Monelleria concessa dal nonno che mi viziava di nascosto».

Arianna Mortelliti ha ereditato dal nonno Andrea Camilleri il dono dell’immaginazione

Arianna Mortelliti è in libreria con “Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni”, dedicato al padre Rocco: «È stato lui a spronarmi. Scrivi, mi diceva. Amava questo versatile suocero che fece anche recitare come attore nei panni di un vecchio archeologo, ne “La strategia della maschera”». A leggere per primo il suo romanzo Maurizio De Giovanni: «Un grande amico di nonno, lo scrittore spesso a cena da noi. Lo puoi pubblicare, disse. Superato il primo esame, bisognava capire con chi. Ed è entrata in campo Simonetta Agnello Hornby, un’altra grande amica di nonno e di nonna Rosetta che oggi ha 95 anni. Contatto immediato con Mondadori». Dal nonno Andrea Arianna dice con umiltà di aver ereditato il dono dell’immaginazione. Non proprio poca cosa per chi sogna di dedicare la vita alla scrittura.