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Donald Trump: “Hitler ha fatto anche cose buone”, il libro scandalo

Non è nuovo, Donald Trump, a sparate discutibili e controverse fascinazioni per la categoria dei dittatori. Questa volta, tuttavia, è la storia a contraddirlo, archiviata e incontrovertibile, a spazzare via ogni beneficio del dubbio. Fra le tante, ricordiamo per chi avesse rimosso sotto un velo pietoso: il “fantastico” Viktor Orban, il “brillante” Xi Jinping, fino al “buon” Vladimir Putin. Interpretazioni attribuibili al taycoon cui se ne aggiunge una: “Hitler ha fatto anche cose buone”, contenuta nel libro di prossima uscita “The return of great powers”, scritto dal conduttore della Cnn Jim Sciutto. L’affermazione insieme a tutta una serie di indizi che lasciano presagire ammirazione da parte dell’ex-presidente per il Führer sarebbero stati confidati all’ex capo di gabinetto, il generale John Kelly.

Donald Trump sulla copertina di Stern

Tra invidia e ammirazione dell’autocrazia

“Gli piacciono così tanto i dittatori perché lui è un dittatore” spiega il generale Kelly nel libro. E ancora: “Ogni nuovo presidente quando arriva alla Casa Bianca resta scioccato dal fatto di avere così poco potere rispetto al Congresso, ma lui è rimasto scioccato dal fatto di non avere poteri dittatoriali”. Non stupiscono dunque le rivelazioni che seguono. “Ha ricostruito l’economia” avrebbe proferito senza argomentare. Un’attrazione che sovrasta la politica economica quella di Donald Trump per Hitler: “Lo considerava un tipo tosto, per questo lo ammirava” racconta Kelly. Ciò che più gli invidia pare fosse “la lealtà dei suoi generali”, “il fatto che li tenesse in pugno” e che non prendesse minimamente in considerazione i diversi tentativi di assassinio messi in atto dai suoi soldati. Comando e prevaricazione, due tratti caratteriali che ben si confanno all’agire di Trump.

Donald Trump

Donald Trump: la retorica nazista e l’attacco ai migranti

Il clamore mediatico, generato dal libro bomba prossimo all’uscita, ha fatto rispolverare l’intervista del 1990 all’ex moglie Ivana, secondo la quale il marito teneva sul comodino i discorsi di Hitler, raccolti nel “Nuovo ordine”. Dichiarazioni poi smentite da Trump, anche se in contrasto con l’ignobile citazione: “i migranti avvelenano il sangue degli Stati Uniti”, proferita in prima persona in più di un comizio elettorale. Una frase che fa sì gelare il sangue, a noi che attendiamo con inquietudine le prossime elezioni americane. Difficile accettare che un ex-presidente e candidato in corsa alla presidenza possa macchiarsi di tali infamie. Gli indizi di un’affiliazione all’autocrazia iniziano a sommarsi uno dopo l’altro: solo dicerie o verità che fa capolino?