Taglio tassi d’interesse, domani la BCE deciderà sul taglio del costo del denaro nell’area Euro. Le indicazioni sulla decisione, da luglio in poi, sono state piuttosto precise: la Banca centrale europea potrebbe continuare con il taglio dei tassi. Le proiezioni di giugno prevedono il ritorno dell’inflazione al 2% entro fine 2025 o inizio 2026, basandosi su due riduzioni dei tassi entro la fine dell’anno: una a settembre e una a dicembre per alleviare le restrizioni monetarie. È essenziale procedere gradualmente e con cautela, considerando il rischio, evidenziato dalla recente storia dei prezzi in molti Paesi, che l’inflazione possa riprendersi o stabilizzarsi a un livello superiore all’obiettivo.
Taglio tassi d’interesse, “Con l’85% degli economisti intervistati che si aspettano un taglio dei tassi di 25 punti base da parte della BCE, è lecito affermare che i mercati saranno delusi se ciò non dovesse accadere. Quando le aspettative sono così unificate, però, in genere c’è un motivo. Anzi, due ragioni che possiamo chiaramente identificare”, ha dichiarato Michael Field, strategist di Morningstar.
“In primo luogo, i dati macroeconomici emersi dopo l’ultima riunione della BCE sono molto favorevoli all’attuale linea d’azione, ovvero ulteriori tagli dei tassi. Il PIL dell’Eurozona è cresciuto dello 0,3% nel secondo trimestre, una crescita non eclatante, ma solida. Soprattutto se si considera che l’anno scorso abbiamo mancato di poco una recessione tecnica. Con metà anno alle spalle, le previsioni degli economisti indicano una crescita di circa l’1% per l’intero anno 2024, sicuramente un passo nella giusta direzione. Inoltre, l’inflazione in Europa ha rallentato di nuovo ad agosto; le letture indicano un aumento del 2,2% su base annua, che lo pone a breve distanza dal livello target del 2%”, ha dichiarato Field.
In secondo luogo, il discorso di Jerome Powell del 23 agosto a Jackson Hole è stato inequivocabile: la Federal Reserve si è unita alla schiera della BCE, della Banca d’Inghilterra e della Banca Nazionale Svizzera per passare a un percorso di riduzione dei tassi. “Sembra che il percorso sia ormai chiaro per le banche centrali del mondo occidentale, il che non fa che dare ulteriore fiducia alla BCE”, ha aggiunto Field.





