Press "Enter" to skip to content

Strage di Paderno, lo psichiatra Cancrini: “Gesto psicotico, ecco perché…”

«Chissà quali fantasmi aveva dentro quel ragazzo, pur mostrandosi perfettamente integrato e inserito, a scuola, nello sport, nella vita sociale. Anche in famiglia a quanto sembra, dentro quelle categorie che con approssimazione definiamo normali. Ma il suo gesto è invece chiaramente un gesto psicotico, figlio di una sofferenza psichica con la quale conviveva chissà da quanto tempo. Non significa affatto che sia innocente, se una persona malata nuoce agli altri deve essere fermata. Questo ragazzino sconterà la sua pena, ma spero che venga anche curato». A parlare così a “Repubblica” della strage di Paderno Dugnano è Luigi Cancrini, uno dei più famosi psichiatri italiani. Alle sofferenze dei bambini e degli adolescenti l’esperto ha dedicato gran parte della sua vita.

Strage di Paderno, lo psichiatra Cancrini: “Gesto psicotico”

Cancrini ha parlato di soggetto psicotico, ma la descrizione che tutti fanno di Riccardo è esattamente l’opposto: «Per definire le psicosi dell’infanzia e dell’adolescenza un grande psicoanalista, Bruno Bettelheim, parlava di “fortezze vuote”. Si tratta di giovani che riescono ad avere vite apparentemente normali pur essendo disturbati. Si costruiscono una corazza che nasconde il loro disturbo: sono nello stesso tempo lucidissimi e malati. Del resto il ragazzo lo diceva: sono estraneo a questo mondo». Possibile che nessuno si sia mai accorto di niente? «Come spesso accade in questi casi sarà nel ricostruire cosa è stata davvero la sua vita che i segnali premonitori, probabilmente presenti, diventeranno evidenti», ha rimarcato lo psichiatra.

«Nessuno ha colpa, il parricidio esiste da sempre, in psichiatria è ben noto»

L’esperto ha poi sottolineato: «Nessuno ha colpa, il parricidio esiste da sempre, in psichiatria è ben noto. A mio parere Riccardo si portava dentro una ferita antica, risalente magari ai primi anni di vita. La psicosi si forma anche in questo modo. Uccidendo i familiari ha ucciso i propri fantasmi. È tremendo, ma è così. E mentre li pugnalava era assolutamente convinto di fare la cosa giusta». Potremmo non accorgerci che nella testa di un ragazzino si nasconde un killer? «Può succedere. Per fortuna sono accadimenti rari».«Siamo di fronte a un disturbo più profondo, non a una devianza che può nascere da un contesto sociale, dalla droga o dal confondere il reale con il virtuale. Ho pensato a Raskolnikov, il protagonista di Delitto e Castigo. Anche lui uccide per scacciare i propri fantasmi», ha confidato Cancrini a “Repubblica”. Per lui il 17enne ha avuto un comportamento psicotico: «Spero che in carcere venga non solo custodito ma curato».