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Polemica Salvini-Macron, Tajani: “Toni calmi, serve la forza delle idee”

Al suo arrivo al Meeting di Rimini, il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha risposto alle domande dei giornalisti tornando sul tema della politica estera e sulle recenti tensioni tra il leader della Lega Matteo Salvini e il presidente francese Emmanuel Macron. Senza mai citare direttamente la polemica, Tajani ha sottolineato l’importanza di toni pacati e della centralità delle idee: “La politica estera la fanno il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Esteri. Se si devono far valere le ragioni, si vince con la forza delle idee, non con la violenza delle parole”.

“Conta la forza delle idee, non la violenza delle parole”

Il ministro ha ribadito più volte la necessità di mantenere un approccio sobrio nei rapporti internazionali, evidenziando come la diplomazia non debba cedere agli eccessi verbali: “Io uso sempre toni calmi, ma bisogna ricordare che la forza delle idee in politica conta più della violenza delle parole. Se si vuole vincere bisogna far vincere la forza delle idee”. Un richiamo che sembra indirizzato tanto agli alleati di governo quanto al contesto internazionale, in cui l’Italia vuole presentarsi come interlocutore credibile e affidabile.

Il lavoro della diplomazia e la difesa delle persone

Tajani ha poi allargato lo sguardo al lavoro quotidiano della Farnesina e alla necessità di difendere chi è più vulnerabile: “Dobbiamo andare avanti, lavorare, perché poi quando ci sono delle idee giuste vanno difese. Bisogna combattere per le persone. Ci vorrà tempo, ma alla fine vincerà la pace”. Un messaggio che lega il valore delle idee non solo alla politica estera ma anche a una visione etica e sociale, in cui la costruzione della pace diventa obiettivo primario dell’azione politica.

“Costruttori di pace” tra Medio Oriente e Ucraina

Il vicepremier ha affrontato anche i principali scenari internazionali, a partire dal Medio Oriente e dall’Ucraina, riconoscendo la difficoltà del momento ma ribadendo l’impegno italiano: “Costruire la pace, in questo momento siamo tutti impegnati per questo. Non è facile sia in Medio Oriente sia in Ucraina, però non bisogna mai demordere”. Per Tajani, la vera forza sta nell’impegno collettivo: “I fattori nuovi sono l’impegno di tutti quanti noi, le idee. Ci sono tante persone di buona volontà, tanti costruttori di pace e alla fine non prevarranno quelli che vogliono distruggere la pace”.

Una linea di sobrietà diplomatica

Il messaggio del ministro si inserisce in una linea di sobrietà diplomatica, in cui l’Italia cerca di posizionarsi come attore dialogante e costruttivo. L’accento posto sulla forza delle idee rispetto alla durezza delle parole rappresenta un invito a mantenere un profilo istituzionale alto, anche all’interno della dialettica politica nazionale. Un approccio che si collega direttamente alla tradizione moderata di Tajani, il quale intende ribadire la centralità della diplomazia come strumento per affrontare crisi e conflitti. Dal palco simbolico del Meeting di Rimini, Tajani ha così tracciato le coordinate della sua visione: idee forti, toni sobri e un impegno costante per la pace. Un richiamo che va oltre le polemiche contingenti, e che si rivolge al contesto internazionale segnato da guerre e tensioni: l’Italia, ha lasciato intendere il ministro, vuole restare dalla parte dei “costruttori di pace”.