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Rieti, l’assalto al pullman del Pistoia Basket: fermati tre ultrà

Un sabato sera di sport si è trasformato in tragedia. Sulla superstrada Rieti-Terni, un pullman carico di tifosi del Pistoia Basket è stato assalito da un gruppo di persone incappucciate. In pochi secondi, una sassaiola violentissima, un mattone che infrange il parabrezza e colpisce al collo Raffaele Marianella, 65 anni, secondo autista del mezzo. Quando arrivano i soccorsi, l’uomo è già in condizioni disperate. Dopo oltre un’ora di tentativi di rianimazione, il suo cuore smette di battere. La notte, carica di sirene e incredulità, lascia spazio alla rabbia e alla caccia ai responsabili.

Tre ultrà fermati: sono vicini agli ambienti dell’estrema destra

Nel giro di ventiquattr’ore, la Procura di Rieti ha disposto il fermo di tre ultrà ritenuti coinvolti nell’agguato. Si tratta di soggetti gravitanti negli ambienti dell’estrema destra reatina, già noti alle forze dell’ordine. Le indagini, coordinate dal procuratore Paolo Auriemma, procedono per omicidio volontario. Secondo fonti investigative, contro i tre fermati ci sarebbero gravi indizi di colpevolezza: le testimonianze raccolte, i video delle telecamere e la ricostruzione delle auto utilizzate dopo l’assalto hanno permesso di stringere rapidamente il cerchio. I tre sono stati trasferiti in carcere come indiziati di delitto.

L’assalto sulla superstrada: la sequenza della violenza

Tutto è accaduto a circa 100 metri dallo svincolo di Contigliano, al chilometro 5+800 della superstrada. Dopo la partita di Serie A2 tra Sebastiani Rieti e Pistoia, terminata con la vittoria degli ospiti, il pullman dei tifosi toscani è stato preso di mira da un gruppo di persone incappucciate.
“Abbiamo visto ombre spuntare dal buio e poi un’esplosione di colpi, sassi, bottiglie, persino un mattone”, raccontano alcuni testimoni. Marianella, che viaggiava come secondo autista, è stato centrato al collo e non ha avuto scampo. La polizia, giunta sul posto pochi minuti dopo, ha notato alcuni individui con il volto travisato allontanarsi velocemente sotto un cavalcavia. Uno dei veicoli è stato intercettato, portando all’identificazione dei primi sospetti.

Le reazioni: dolore, rabbia e condanna politica

La notizia della morte di Marianella ha scosso l’intero Paese.Un atto criminale che ci lascia increduli”, ha scritto su Facebook il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, stringendosi alla famiglia della vittima e ai tifosi che viaggiavano sul bus. Anche la premier Giorgia Meloni ha espresso il proprio cordoglio: “Un gesto folle e inaccettabile. Esprimo la mia vicinanza alla famiglia dell’autista e confido che i responsabili vengano individuati e assicurati rapidamente alla giustizia”.

Durissimo anche il commento del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: “Una vittima innocente ha perso la vita per mano di sedicenti tifosi che in realtà sono soltanto teppisti. Serve riaffermare una cultura del rispetto e dello sport, contro chi crede di potersi mettere al di sopra delle regole”. Sulla stessa linea il vicepremier Antonio Tajani, che su X ha scritto: “È inaccettabile morire così. Questo ennesimo episodio di violenza non può lasciarci indifferenti”.

Un lutto che scuote lo sport e la coscienza civile

La morte di Raffaele Marianella non è solo una tragedia sportiva, ma un colpo profondo alla coscienza collettiva. In un Paese che ama definirsi culla di fair play e passione sportiva, l’immagine di un uomo ucciso da un sasso dopo una partita di basket è una ferita difficile da rimarginare. Le indagini continuano, ma l’eco di quella notte rimane: il rumore dei vetri infranti, la corsa dei soccorsi, il silenzio attonito dei tifosi. E la domanda che aleggia su tutto: come può ancora accadere che la violenza si travesta da tifo?

Il dolore di una comunità si mescola alla speranza di giustizia, mentre la memoria di Marianella – un lavoratore, un padre, un uomo perbene – diventa simbolo di una battaglia più grande: quella per restituire allo sport la sua dignità.