Oggi 21 dicembre 2022 è il giorno del volo di Zelensky a Washington, per incontrare alla Casa Bianca il presidente Usa Joe Biden. Un viaggio che riassume in sé l’essenza della strategia ucraina e occidentale sul conflitto con la Russia: dimostrare che Kiev non è sola e che l’Occidente è pronto ad esporsi ancor di più per sostenerla nel conflitto contro Mosca.
Quale giorno migliore di questo dunque per parlare della “fine” di questa guerra nel cuore dell’Europa? Già, la fine del conflitto che ha già lasciato sul campo migliaia di civili inermi. Una guerra che di tecnologico ha poco o nulla; una guerra dove abbiamo purtroppo rivisto orrori rimossi troppo in fretta dalla memoria collettiva, come i rastrellamenti e le fosse comuni.
Una guerra dove quotidianamente assistiamo a bombardamenti di obiettivi civili in Ucraina. Proprio per questo l’annuncio della fornitura da parte degl Usa all’Ucraina di missili terra-aria Patriot per la difesa anti-missile rappresenta un passo in avanti notevole per la capacità di difesa di Kiev.
La fornitura dovrebbe essere ufficializzata proprio oggi, nel corso dei colloqui tra Zelensky e Biden. Il quotidiano “La Repubblica” parla di salto di qualità tecnologico nel sostegno alla resistenza ucraina. Si tratta infatti delle armi più potenti e avanzate messe a disposizione dall’Occidente a Kiev, tanto da avere già provocato l’irritazione del Cremlino.
Perché dunque ora la decisione di Washington di concedere la “cupola” missilistica nonostante i rischi di un forte inasprimento del confronto con Mosca? I bombardamenti che senza sosta colpiscono la rete elettrica e lasciano al buio la popolazione sembrano avere convinto Washington a rompere gli indugi.
E’ forte l’indignazione dell’opinione pubblica occidentale, non solo americana, per questa guerra che (ripetiamo) ha assai poco di tecnologico e “chirurgico”, come gli americani ci hanno insegnato nell’ultima Guerra del Golfo.
Tuttavia, la fornitura di Patriot, seppur un importantissimo passo avanti nelle capacità di difesa aerea e anti-missile ucraine, è solo una goccia contro l’oceano di armi convenzionali che Mosca ancora può mettere in campo nel conflitto.
Se infatti gli attacchi con missili superficie-superficie potrebbero diradarsi, siamo certi non accadrà lo stesso con i bombardamenti aerei “classici”, sia compiuti con bombardieri strategici sia condotti da aerei da attacco tattico, più difficili da intercettare.
Per questo di recente Kiev ha condotto attacchi con droni alle basi aeree dei bombardieri russi più vicini al confine ucraino. E per questo ci aspettiamo un cambio nella strategia di Mosca, con l’impiego di velivoli differenti. L’aviazione russa dispone di qualcosa come 450 aerei da attacco al suolo, di cui almeno 250 con capacità molto elevate (Su-24) ed altri 200 con capacità di condurre attacchi a basso profilo in ambienti ostili e ricchi di contraerea (Su-25). Ecco perché purtroppo salvo clamorosi e improbabili cambi nei rapporti di forza militari, la guerra Russia-Ucraina per come è stata impostata in questa sua seconda fase, non finirà presto.





