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Papa Leone XIV incontra le vittime di abusi: “Un momento storico di ascolto e impegno”

Un incontro silenzioso, lontano dalle telecamere, ma dal peso simbolico immenso. Papa Leone XIV ha aperto oggi le porte del Vaticano a un gruppo di persone che per anni hanno cercato una voce dentro la Chiesa: le vittime di abusi da parte di sacerdoti. Un’ora di dialogo riservato, carico di emozione e dignità, che segna un punto di svolta nel rapporto tra la Santa Sede e i sopravvissuti. A rappresentarli, una delegazione della rete internazionale ECA – Ending Clergy Abuse, attiva soprattutto negli Stati Uniti e in oltre trenta Paesi del mondo.

Il primo incontro pubblico tra il Papa e i sopravvissuti

Secondo quanto comunicato dalla Sala Stampa della Santa Sede, si tratta del primo incontro ufficiale e reso noto tra Papa Leone XIV e vittime di abusi da parte del clero. L’appuntamento arriva a pochi giorni dalla pubblicazione del Rapporto Annuale della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, diffuso il 16 ottobre, che aveva evidenziato ritardi e resistenze in alcune diocesi nel gestire i casi di violenza e nel sostenere le vittime. L’incontro, spiega una nota vaticana, è stato voluto dal Papa in risposta a una lettera inviata dall’associazione ECA, alla quale il Pontefice ha deciso di rispondere personalmente, accettando di ricevere la delegazione.

Il confronto in Vaticano: ascolto e collaborazione

All’incontro, durato circa un’ora, hanno partecipato sei vittime, provenienti da Paesi diversi e rappresentanti della rete ECA. È stato un momento molto significativo, addirittura storico, del dialogo tra la Chiesa cattolica e i rappresentanti delle vittime di abusi sessuali da parte del clero”, si legge nel comunicato dell’associazione. Per i partecipanti, si è trattato di un gesto concreto di riconoscimento e ascolto. Come ha dichiarato Gemma Hickey, canadese, presidente del Board di ECA e lei stessa sopravvissuta a un abuso: “È stata una conversazione profondamente significativa, che riflette un impegno condiviso per la giustizia, la guarigione e un vero cambiamento. I sopravvissuti hanno cercato a lungo un posto al tavolo delle trattative e oggi ci siamo sentiti ascoltati”.

Le parole dei rappresentanti: “Collaborare per proteggere i più vulnerabili”

Durante l’incontro, i membri di ECA hanno condiviso esperienze e proposte per migliorare la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili. Janet Aguti, vicepresidente del Consiglio di Amministrazione dell’associazione e rappresentante dell’Uganda, ha sottolineato l’importanza di un dialogo operativo: “Siamo venuti non solo per esprimere le nostre preoccupazioni, ma anche per capire come collaborare con la Chiesa per garantire la sicurezza dei bambini e degli adulti vulnerabili in tutto il mondo. Crediamo che la collaborazione sia possibile e necessaria”.

Una nuova pagina nel rapporto tra la Chiesa e le vittime

Fonti vaticane descrivono il Pontefice come “profondamente toccato” dalle testimonianze. L’incontro, spiegano, non aveva finalità protocollari ma un intento di riconciliazione e ascolto reale. Dopo anni di richieste rimaste inascoltate, per molti dei presenti l’udienza di oggi rappresenta una svolta storica, forse l’inizio di un cammino nuovo: quello in cui le vittime non parlano più da fuori le mura, ma dentro la Chiesa stessa, davanti al suo vertice. Un piccolo passo, ma di portata enorme, nel tentativo di trasformare il dolore in cambiamento e di rendere la giustizia una pratica, non solo una promessa.