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Morto Paul Alexander, ha vissuto 70 anni in un “polmone d’acciaio”

Paul Alexander, 78 anni, è morto a Dallas, negli Stati Uniti, dopo aver vissuto gran parte della propria vita in un polmone d’acciaio a causa di una paralisi permanente procurata dalla poliomielite, grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. Alcune settimane fa, come riporta Cbs News, l’uomo era stato trasferito d’urgenza in pronto soccorso, per poi essere ricoverato in ospedale per complicanze legate al Covid-19. Ad annunciarne il decesso è la pagina GoFundMe, piattaforma di fundraising impiegata per sostenere le spese mediche dell’uomo, notizia poi ripresa da diversi media internazionali.

Morto Paul Alexander

La vita di Paul Alexander, l’uomo dal polmone d’acciaio morto a 78 anni

Quel che ci è dato sapere della vita dell’uomo è che non si fece abbattere dalla sorte crudele che la vita gli riservò. Ammalatosi nell’estate del 1952, a soli sei anni, di poliomielite, rimane paralizzato dal collo in giù. Dopo aver imparato a respirare di nuovo, Alexander aveva periodi di autonomia dal polmone di poche ore. Come modalità di comunicazione usava una penna attaccata ad un bastoncino di plastica per battere sulla tastiera. Una passione quella per la scrittura fiorita nel libro “Tre minuti per un cane”, opera autobiografica sviluppata negli ultimi anni, dalla quale apprendiamo il peggioramento delle sue condizioni, imputabile ad un’infezione respiratoria cronica. Nella vita aveva collezionato importanti traguardi formativi, andò all’università e diventò dottore in Legge.

Le dichiarazioni del fratello

«È stato sfruttato da persone che avrebbero dovuto curare i suoi interessi. Questi furti, uniti al costo elevato dell’assistenza sanitaria, hanno lasciato a Paul pochi soldi per sopravvivere» dichiara il fratello indignato, ma con un pensiero di gratitudine per tutti coloro che hanno sostenuto il difficile travaglio di vita di Paul: «Sono molto grato a tutti coloro che hanno donato per la raccolta fondi di mio fratello. Gli ha permesso di vivere i suoi ultimi anni senza stress. Inoltre, servirà a pagare il suo funerale in questo momento difficile. È assolutamente incredibile leggere tutti i commenti e sapere che così tante persone sono state ispirate da Paul. Sono così grato» ribadisce.