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Morte di Vialli, Dino Baggio: “In quegli anni troppa chimica”

«Vialli? Se n’è andato troppo presto, bisognerebbe indagare sulle sostanze che abbiamo preso in quel periodo». Sta destando parecchio scalpore l’intervista al «Corriere della Sera» in cui Dino Baggio non tace le paure sulle sostanze che i medici facevano assumere agli sportivi negli anni Novanta. L’ex calciatore non pensa di essere stato dopato: «No, ma il doping c’è sempre stato in tutti gli sport e anche i controlli sono stati efficaci. Nessun giocatore aveva interesse ad assumere sostanze illecite perché il rischio di non giocare più era tanto», ha spiegato il 51enne.

Dino Baggio, ex centrocampista della nazionale (due i mondiali disputati) e della Juventus, che ha vestito le maglie di Torino, Inter, Parma, Lazio, Blackburn, Ancona e Triestina, e che con Gianluca Vialli ha conquistato una Coppa Uefa, proprio a qualche settimana di distanza dalla scomparsa dell’amico, chiede di accendere i riflettori sulle sostanze che i medici facevano assumere agli sportivi negli anni novanta. Stiamo parlando di trent’anni fa: «In quel periodo venivamo sottoposti a controlli ogni tre giorni, quindi l’antidoping ha funzionato. I prodotti che abbiamo assunto erano tutti leciti, altrimenti saremmo andati incontro a maxi squalifiche. Quello che mi piacerebbe capire, con approfondimenti scientifici, è se quei prodotti a lungo termine possano averci creato problemi di salute», ha spiegato l’ex calciatore.

Al «Corriere della Sera» Dino Baggio non ha voluto fare i nomi: «No, il mio è un discorso generale e non è di sicuro la Juventus il bersaglio delle mie perplessità. Tutti gli sportivi prendono integratori perché bruci talmente tanto che devi recuperare in qualche modo e sono sicuro che tutti abbiano fatto uso di prodotti leciti, il problema è capire se alla lunga quelle sostanze possano averci fatto del male. E poi c’è un’altra cosa che mi preoccupa».

Di che si tratta? «I campi su cui giocavamo erano tutti trattati chimicamente, non si sa bene con quali sostanze. Questo mi fa riflettere. Venivano impiegati disinfestanti per tenere in ordine i terreni di gioco e non sappiamo cosa abbiamo respirato. I campi avevano degli odori particolari».

Dino Baggio non ha nascosto la sua profonda paura: «Vorrei capire esattamente gli effetti dei prodotti che i medici ci consigliavano. Non sto accusando nessuno ma ho il terrore di stare male e di fare la fine di alcuni colleghi. Penso alle morti per tumore e leucemia di Gianluca (Vialli, ndr) o di Sinisa (Mihajlović, ndr) ma non solo. Ci sono stati giocatori uccisi dalla Sla come Borgonovo o Signorini. Come mai queste malattie colpiscono tanti ex atleti?».

Sul finale il ricordo di Vialli: «Un ragazzo esemplare, professionista al 100% sia fuori, sia dentro il campo. Aveva un cuore d’oro e il più bel ricordo è quello della vittoria della Coppa Uefa. Un uomo spogliatoio, un trascinatore. È andato via troppo presto, poteva ancora dare tantissimo al nostro calcio. La vittoria degli Europei nel 2021 è soprattutto merito suo. La sua morte è un dispiacere enorme».