I droni d’attacco unidirezionali a lungo raggio sviluppati dall’Ucraina hanno effettuato alcuni dei raid più profondi dall’inizio della guerra, raggiungendo obiettivi industriali nel cuore della Russia, a più di 1.700 chilometri dal confine. Secondo Kiev, queste operazioni dimostrano il rapido progresso delle capacità tecnologiche nazionali nel settore dei sistemi senza pilota.
Ukrainian long-range drones An-196 attack a russian refinery – 1500 km from the borders of Ukraine. 🔥🔥🔥 pic.twitter.com/hWYkKTbPBs
— Jürgen Nauditt 🇩🇪🇺🇦 (@jurgen_nauditt) October 3, 2025
Raffineria e impianto chimico nel mirino dei droni ucraini
Negli ultimi giorni sono stati colpiti due siti considerati di importanza strategica: la raffineria Orsknefteorgsintez nella città di Orsk, nella regione di Orenburg (circa 1.400 chilometri dall’Ucraina), e l’impianto chimico Azot a Berezniki, nella regione di Perm (1.700 chilometri).
La raffineria di Orsk è uno dei principali centri di lavorazione del petrolio in Russia, fondamentale sia per il mercato civile che per la logistica militare. L’impianto Azot, invece, è uno dei maggiori produttori russi di esplosivi industriali, utilizzati sia nel settore minerario sia in quello della difesa.
La nuova generazione del drone “Liutyi”
Dietro le operazioni ci sono le Forze di Sistemi a Pilotaggio Remoto dell’Ucraina, che hanno impiegato una versione aggiornata del drone “Liutyi” (“Feroce”), di produzione nazionale. La nuova variante sarebbe dotata di un raggio d’azione ampliato e di sistemi di navigazione avanzati, capaci di guidare il velivolo con precisione su distanze mai raggiunte prima.
Una svolta nella campagna a lungo raggio
Gli attacchi rappresentano una tappa cruciale nella campagna ucraina di incursioni a lungo raggio, evidenziando come i droni prodotti localmente stiano assumendo un ruolo sempre più determinante nella strategia di Kiev per colpire infrastrutture critiche ben oltre le linee del fronte.





