Dopo più di settecento giorni di prigionia, Hamas ha liberato sette ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre 2023. Il rilascio, avvenuto oggi 13 ottobre 2025, è stato confermato da fonti ufficiali israeliane e mediato attraverso i canali del piano di pace in corso. Dietro questi numeri ci sono volti, storie e sofferenze che hanno commosso un intero Paese: sette uomini sopravvissuti a oltre due anni di violenze, fame e isolamento.
Matan Angrest, il soldato che tentò di fermare l’attacco
Il sottufficiale Matan Angrest, 22 anni, è stato catturato a bordo del suo carro armato mentre cercava di respingere l’infiltrazione di commando di Hamas nei pressi della base di Nahal Oz. Degli altri tre membri dell’equipaggio, due sono stati uccisi e i corpi non sono ancora stati restituiti alle famiglie. Nel video diffuso dalla famiglia nell’aprile 2025, si vede il momento in cui Matan viene trascinato fuori dal carro armato e linciato da una folla armata. Il suo rilascio, dicono i familiari, è “una vittoria della speranza contro la brutalità”.
Guy Gilboa-Dalal e il dramma del festival Nova
Guy Gilboa-Dalal, 24 anni, è stato rapito durante il festival musicale Nova, simbolo di quella giornata di terrore. Assieme a lui venne catturato l’amico Evyatar David, mentre il fratello Gal riuscì miracolosamente a fuggire. Appassionato di cultura giapponese e anime, Guy stava progettando un viaggio in Giappone. In prigionia ha subito condizioni durissime: disidratazione estrema, perdita temporanea della parola e sordità a un orecchio. “È tornato, ma non è più lo stesso ragazzo che abbiamo salutato due anni fa”, ha detto la madre in lacrime.
Alon Ohel, il musicista incatenato nei tunnel
Anche Alon Ohel, 24 anni, venne catturato al festival Nova, mentre cercava riparo in un rifugio antiaereo. Durante la prigionia ha perso la vista da un occhio e rischia di perdere anche l’altro. I compagni di detenzione hanno raccontato che era tenuto incatenato nei tunnel, privato di cure e luce. Pianista e amante del jazz, sognava di studiare musica a Tel Aviv. Oggi la sua famiglia ha chiesto che venga trasferito subito in ospedale per curare le gravi ferite agli occhi.
Eitan Horn e i gemelli Berman: famiglie divise e ritrovate
Eitan Horn, 39 anni, è stato rapito dal kibbutz Nir Oz mentre si trovava nella casa del fratello maggiore, Yair, anch’egli sequestrato e liberato nel febbraio 2025. Educatore e attivista, Eitan aveva lavorato con movimenti giovanili in Israele e all’estero. La sua famiglia, emigrata dall’Argentina, ha parlato di “un ritorno che sa di miracolo”. Anche i gemelli Gali e Ziv Berman, 28 anni, sono tornati a casa dopo due anni nei tunnel di Gaza. Rapiti dal kibbutz Kfar Aza, dove lavoravano nel campo della musica, avevano visto il loro quartiere bruciare sotto l’assalto dei miliziani. I genitori e il fratello maggiore, sopravvissuti all’attacco, hanno potuto riabbracciarli oggi al centro medico di Tel Aviv.
Omri Miran, il padre che non ha mai smesso di sperare
L’ultimo ostaggio liberato è Omri Miran, 48 anni, massaggiatore e cittadino anche ungherese, rapito nel kibbutz Nahal Oz davanti alla moglie e alle due figlie piccole, risparmiate dai miliziani.
Suo padre, Dani, aveva deciso di farsi crescere la barba finché non avesse rivisto il figlio, dopo averlo visto con la barba lunga in un video di Hamas del 2024. Nel filmato, girato sotto costrizione, Omri descriveva la “situazione difficile” dovuta ai bombardamenti israeliani. Oggi, padre e figlio si sono finalmente riabbracciati: “Non taglierò mai questa barba perché ora per me è un simbolo di vita”.
Sette vite spezzate e poi restituite al mondo, dopo oltre due anni di oscurità. Ma anche sette ferite aperte nel cuore di Israele, che continua a chiedere il ritorno di chi, ancora oggi, resta prigioniero nei tunnel di Gaza.





