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Golpe in Guinea-Bissau: destituito il presidente Embaló, i militari dichiarano il coprifuoco

Golpe in Guinea-Bissau, il piccolo stato dell’Africa occidentale è precipitato in una nuova fase di instabilità politica dopo che le Forze armate hanno annunciato di aver assunto il controllo del Paese, destituendo il presidente uscente Umaro Sissoco Embaló e imponendo un rigido coprifuoco notturno. L’annuncio è arrivato attraverso un messaggio trasmesso dalla tv nazionale Tgb, nel quale il portavoce dell’Esercito Denis N’Canha ha dichiarato che i militari hanno “scoperto un piano di destabilizzazione in atto”, legato a presunte manipolazioni dei risultati elettorali e al coinvolgimento di alcuni politici e di un noto narcotrafficante.

L’annuncio della giunta e il controllo dello Stato

Nel messaggio letto alla nazione, i militari hanno affermato che la nuova giunta “assume tutti i poteri dello Stato” con l’obiettivo dichiarato di “ripristinare la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico”. La decisione arriva in un clima già teso dopo le elezioni generali della scorsa domenica, un processo che i vertici delle Forze armate definiscono ora “sospeso”.

N’Canha ha inoltre confermato l’imposizione di un coprifuoco dalle 21 alle 6, valido in tutto il Paese, e la chiusura totale delle istituzioni della Repubblica, incluse le sedi pubbliche e gli organi di governo. Sigillati anche i confini nazionali, mentre l’accesso ai social network risulta bloccato, misura che le autorità militari giustificano come necessaria in una “situazione grave” e in rapido deterioramento.

L’arresto del presidente Embaló e le accuse dei militari

Il presidente uscente Umaro Sissoco Embaló, già protagonista negli anni scorsi di attriti istituzionali e tensioni politiche, ha denunciato al settimanale Jeune Afrique di essere stato arrestato nel suo ufficio all’interno del palazzo presidenziale. Secondo la versione fornita dai militari, all’interno della sede presidenziale sarebbe stato trovato un “deposito di armi”, elemento che la giunta sostiene rafforzare l’ipotesi di un tentativo di interferenza sul processo elettorale.

N’Canha ha affermato che l’intervento delle Forze armate deve essere interpretato come un passo necessario per “un ritorno totale alla normalità costituzionale”, pur annunciando la sospensione delle principali garanzie istituzionali e l’accentramento dei poteri nelle mani della giunta.

Un Paese in bilico dopo le elezioni

Il golpe arriva in un contesto segnato da anni di instabilità politica, crisi istituzionali e ripetuti episodi di violenza nelle alte sfere dello Stato. Le elezioni della scorsa domenica — ora sospese dai militari — avevano riacceso tensioni fra le principali forze politiche, con accuse incrociate di irregolarità e interferenze.

La situazione resta fluida e in continua evoluzione, con la popolazione costretta a fare i conti con il blocco delle comunicazioni, la chiusura delle istituzioni e il controllo militare sul territorio. Le Forze armate, da parte loro, assicurano che l’obiettivo è ristabilire l’ordine e “proteggere la nazione”, mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l’ennesimo scossone nella fragile democrazia dell’Africa occidentale.