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Emanuela Ruggeri, è suo il corpo ritrovato in via del Mandrione a Roma

Aveva trentadue anni, si chiamava Emanuela Ruggeri, e da giorni la sua famiglia ne cercava disperatamente le tracce. La sua scomparsa, avvenuta il 14 luglio, aveva gettato nello sconforto chi la conosceva. Le ore passavano, i giorni pure, mentre la speranza lottava contro il silenzio. Poi, la sera di domenica, la notizia che nessuno avrebbe voluto leggere. Il corpo senza vita di una donna è stato trovato tra la vegetazione di via del Mandrione, una delle zone più periferiche e nascoste di Roma. Poco dopo, l’identificazione: era Emanuela.

Il ritrovamento in un’area isolata

È stato un passante, a spasso con il cane, a cambiare il corso degli eventi. Percorreva la strada che collega via Tuscolana al Pigneto, una zona secondaria, ai margini della città. Un odore forte, acre, lo ha allarmato. Ha seguito l’istinto, si è avvicinato. E lì, tra gli arbusti, il drammatico ritrovamento: un corpo adagiato su un giaciglio di fortuna, nascosto dalla vegetazione, invisibile agli occhi dei più. L’uomo ha immediatamente allertato il 112. Sul posto sono arrivati in pochi minuti i sanitari del 118, gli agenti della scientifica, e i poliziotti della squadra mobile, coordinati da Roberto Giuseppe Pititto, insieme ai colleghi del commissariato Viminale.

Nessun segno evidente di violenza

Secondo i primi rilievi, sul corpo di Emanuela non sono stati riscontrati segni visibili di violenza. Il cadavere si trovava su una sorta di riparo improvvisato, come se fosse stato scelto per cercare riparo o per nascondersi. La zona, fitta di vegetazione e poco frequentata, ha reso difficile anche un avvistamento accidentale. Ora sarà l’autopsia, disposta dalla Procura, a chiarire con esattezza le cause del decesso. La polizia, nel frattempo, non esclude alcuna ipotesi: dalla morte naturale alla tragica possibilità di un gesto volontario o di una dinamica ancora da ricostruire.

La scomparsa e l’appello disperato della madre

Emanuela Ruggeri era scomparsa da Colli Aniene la sera del 14 luglio, intorno alle 20:35. Indossava abiti sportivi, nulla che facesse pensare a un allontanamento definitivo. Da quel momento, più nulla. Nessun messaggio, nessuna telefonata. Solo silenzio. A rompere quella barriera di incertezza, era stata la madre, che due giorni fa aveva lanciato un appello accorato sui social: “Sono una mamma disperata mia figlia Emanuela è scomparsa. È alta un metro e 85, ha gli occhi marroni, un brillantino termico a destra del viso e un piercing a cerchietto sulla narice destra. Ha anche una piccola cicatrice sulla fronte”. Parole che avevano scosso la rete, rilanciate da cittadini, gruppi di quartiere e anche dalle istituzioni.

Il cordoglio delle istituzioni: “La notizia che non avremmo voluto dare”

Anche il presidente del Municipio IV, Massimiliano Umberti, nei giorni scorsi aveva diffuso l’appello della famiglia, chiedendo l’aiuto di tutti per le ricerche. E ora, è proprio lui a comunicare con dolore la notizia del ritrovamento: “È la notizia che non avremmo mai voluto dare. La ricerca di Emanuela è tristemente terminata. A nome di tutta la comunità del IV Municipio porgo le più sentite condoglianze alla sua famiglia, alla quale mi stringo forte”.

Un dramma ancora tutto da chiarire

La vicenda di Emanuela Ruggeri lascia aperti molti interrogativi. Cosa è successo davvero quella sera del 14 luglio? Perché si trovava in una zona così isolata? E soprattutto: qual è stata la causa della morte? La città aspetta risposte. Intanto, il volto di Emanuela giovane, sereno, con lo sguardo fiero resta impresso nella mente di chi ha seguito con partecipazione la sua storia. E il dolore, quello sì, è condiviso. Perché ogni volta che una giovane donna sparisce nel nulla, è una ferita per tutti.